Gorizia! Nessun luogo al mondo è più bello

Anni fa, tanti, acquistavo ogni mese la rivista Gente Viaggi (che non so neppure se esce ancora....) Ricordo che rimasi molto colpita da un servizio forografico il cui titolo significativamente era: "L'Italia è il mondo". Erano messe a raffronto le foto di luoghi famosi con l'immagine di un sito simile in Italia. Due di questi erano le montagne rocciose negli USA e le nostre Dolomiti; le spiagge caraibiche e Stintino, in Sardegna. Oggi, prima domenica di quarantena, guardando le bellissime foto che Beny Kosic ha postato, (e che qui sotto ne viene riproposta una sintesi) mi è ritornato in mente questo parallelismo. E posso, quindi, affermare (senza esagerare) che Gorizia, ed il suo territorio contermine ovviamente, è la sintesi dei luoghi più belli al mondo. Il primo esempio, come si può vedere dalla foto che accompagna il titolo di questo post è Slap Kozjak. Un luogo decisamente magico, nel comune di Kobarid (Caporetto), che ho scoperto occasionalmente un paio di anni fa e al quale ritorno non appena ne ho la possibilità. Le cascate del Niagara sono più imponenti, così come quelle di Iguassù. Ma quelle sono un insieme di cascate e non ti puoi certamente avvicinare come invece è possibile fare a Kozjak. Del resto, ho sempre sostenuto che "piccolo è bello", in tutti i sensi. Perchè concentra l'energia, altrimenti diffusa.












Colgo l'occasione di questo post per condividere la poesia che, un paio di giorni fa, @IreneVella  giornalista e scrittrice maremmana, ha pubblicato sulla sua pagina FB.
Era l’11 marzo del 2020, le strade erano vuote, i negozi chiusi, la gente non usciva più.
Ma la primavera non sapeva nulla.
Ed i fiori continuavano a sbocciare
Ed il sole a splendere
E tornavano le rondini
E il cielo si colorava di rosa e di blu
La mattina si impastava il pane e si infornavano i ciambelloni
Diventava buio sempre più tardi e la mattina le luci entravano presto dalle finestre socchiuse
Era l’11 marzo 2020 i ragazzi studiavano connessi a discord
E nel pomeriggio immancabile l’appuntamento a tressette
Fu l’anno in cui si poteva uscire solo per fare la spesa
Dopo poco chiusero tutto
Anche gli uffici
L’esercito iniziava a presidiare le uscite e i confini
Perché non c’era più spazio per tutti negli ospedali
E la gente si ammalava
Ma la primavera non lo sapeva e le gemme continuavano ad uscire
Era l’11 marzo del 2020 tutti furono messi in quarantena obbligatoria
I nonni le famiglie e anche i giovani
Allora la paura diventò reale
E le giornate sembravano tutte uguali
Ma la primavera non lo sapeva e le rose tornarono a fiorire
Si riscoprì il piacere di mangiare tutti insieme
Di scrivere lasciando libera l’immaginazione
Di leggere volando con la fantasia
Ci fu chi imparò una nuova lingua
Chi si mise a studiare e chi riprese l’ultimo esame che mancava alla tesi
Chi capì di amare davvero separato dalla
vita
Chi smise di scendere a patti con l’ignoranza
Chi chiuse l’ufficio e aprì un’osteria con solo otto coperti
Chi lasciò la fidanzata per urlare al mondo l’amore per il suo migliore amico
Ci fu chi diventò dottore per aiutare chiunque un domani ne avesse avuto bisogno
Fu l’anno in cui si capì l’importanza della salute e degli affetti veri
L’anno in cui il mondo sembrò fermarsi
E l’economia andare a picco
Ma la primavera non lo sapeva e i fiori lasciarono il posto ai frutti
E poi arrivò il giorno della liberazione
Eravamo alla tv e il primo ministro disse a reti unificate che l’emergenza era finita
E che il virus aveva perso
Che gli italiani tutti insieme avevano vinto
E allora uscimmo per strada
Con le lacrime agli occhi
Senza mascherine e guanti
Abbracciando il nostro vicino
Come fosse nostro fratello
E fu allora che arrivò l’estate
Perché la primavera non lo sapeva
Ed aveva continuato ad esserci
Nonostante tutto
Nonostante il virus
Nonostante la paura
Nonostante la morte
Perché la primavera non lo sapeva
Ed insegnò a tutti
La forza della vita.

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