Toponomastica e memoria collettiva: il caso di Ervino Pocar e dei f.lli Rusjan

Sfogliando i quotidiani, ogni tanto, incappo nella notizia  della concessione di onorificenze e riconoscimenti a concittadini. Non ho mai ambito a questi. Tutt’altro. Anche perché, alcune volte, conoscendo personalmente i soggetti destinatari, mi chiedo quali manovre o compromessi (per non dire intrallazzi) sono stati compiuti per veicolare la scelta su persone che non hanno alcuna virtù se non quella di aver ricoperto, più per fortuna che per merito, una determinata carica. Insomma, certamente si possono contare sulle dita della mano i personaggi alla Fred Rogers che meriterebbero l’onore di un riconoscimento pubblico (1).
Però, a dire il vero, devo ammettere che non sono soltanto i super buoni a meritare encomi, onorificenze e riconoscimenti, in vita o in morte. Ci sono anche gli eroi. Ed in tal senso la toponomastica dovrebbe fare la sua parte, quale esempio per le generazioni future. Su un concetto, quindi, tutti dovrebbero essere d’accordo: ovvero che la toponomastica cittadina è il presupposto per la conservazione della memoria collettiva.

Toponomastica: la lingua batte dove il dente duole


Fondo cartoline. Soc. Filologica friulana

Indispensabile ripensare alla propria identità, a ciò che conta maggiormente, a ciò che sta al cuore della città e che sta a cuore alla città. Clero dixit.


Fino all’Unità d’Italia, o all’annessione per quanto riguarda Gorizia, la denominazione delle strade non era né regolamentata, né imposta dalle autorità; inoltre, non c’erano le targhe. I nomi delle vie, quindi, non erano scritti e si tramandavano nel tempo. Queste denominazioni avevano origine da caratteristiche del luogo e dei suoi abitanti: una famiglia o una persona o gruppi di cittadini (mestieri), fatti di cronaca, animali, piante, corsi d’acqua; e tantissime denominazioni religiose motivate dalla presenza di una chiesa o di un convento. Un esempio emblematico, in città, è piazza del fieno. Per intenderci, la piazza su cui si affaccia il liceo scientifico “Duca degli Abruzzi”e la scuola per l’infanzia delle suore chiamate Spaun, dal cognome della prima responsabile della comunità goriziana, Maria. Oggi, con la cessazione dell’attività educativa delle suore di Notre Dame, quella delle Ancelle di Gesù bambino, ovvero le Spaun, è l’unica presenza di scuola cattolica per l'infanzia a Gorizia, come la stessa pagina web istituzionale non esita a sottolineare.