La toponomastica (o odonomastica) è una questione che mi sta particolarmente a cuore, come ben lo sanno coloro i quali segueno questo Blog! E' naturale quindi ci ritorni periodicamente, con l'obiettivo di far radicare un concetto che, a mio avviso, è importantissimo. Ovvero quello di chiarire che la normativa in materia di toponomastica ha il fine di costruire la memoria collettiva di una Comunità. Ringrazio, quindi, l'avvocato Marco Barone per l'analisi svolta in occasione dell'incontro che si era svolto l'autunno scorso (e che qui sotto viene pubblicato integralmente) che manifesta, qualora ce ne fosse stato bisogno, il senso univoco delle scelte operate dalla Amministrazione comunale di Gorizia. Scelte che, perlomeno da vent'anni in qua, sono state riproposte ed esasperate ed a proposito delle quali certamente ritorneremo."O Gorizia, tu sei maledetta, un noto verso
poco amato dalle parti di Gorizia, una città vittima sull'altare di due
catastrofiche guerre mondiali, a partire dalla prima, con la quale venne
sottratta all'Austria, che per qualche misterioso motivo era nota come la
"Nizza d'Austria" per diventare la città "santa d'Italia".
E di vie dedicate a santi comunque ve ne sono diverse a Gorizia. Se ne contano
una decina. Ma quelle che abbondano di più, rimanendo in tema, solo le vie
dedicate al “militarismo” che hanno segnato in modo potente l'identità di
questa città. Gorizia fa rima con guerra, con eserciti, con militarismo. Ma
questa storia può anche cambiare in una società che vuole lasciarsi alle spalle
un passato superato e che si auspica di non dover più rivivere.
Sono ad esempio una ventina le vie
dedicate alle brigate e reggimenti vari come la: BRIGATA ABRUZZI, BRIGATA
AVELLINO, BRIGATA CAMPOBASSO, BRIGATA CASALE, BRIGATA CUNEO, BRIGATA ETNA,
BRIGATA GRANATIERI DI SARDEGNA, BRIGATA LAMBRO, BRIGATA PAVIA, BRIGATA RE,
BRIGATA SASSARI, BRIGATA TOSCANA, BRIGATA TRAPANI, BRIGATA TREVIS,DIVISIONE
GORIZIA, DIVISIONE JULIA, DIVISIONE MANTOVA,Reggimento Piemonte, Terza Armata,
Reggimento "Cavalleggeri di Lodi", QUARTO STORMO CACCIA. Ci saranno
ovviamente vie dedicate a date simboliche nella prima quanto per i fatti della
seconda guerra mondiale, come via 9 agosto, via 4 novembre, via 24 maggio, o
largo 27 marzo. Così come non
mancheranno le classiche vie dedicate a personaggi simbolici o similari, come
gli immancabili, per citarne alcune, Cadorna, Diaz, D'Annunzio, Duca
d'Aosta,via Martiri della Libertà d'Italia, piazza della Vittoria, via Oberdan,
corso Italia, via Volontari irredenti giuliani martiri della libertà d'Italia,
per arrivare a una via Balilla. Balza all'occhio anche la via dedicata a
Balilla. Che da una prima lettura potrebbe far pensare all'Opera Nazionale
Balilla, istituzione fascista creata da Benito Mussolini, a carattere
parascolastico, fondata nel 1926 e sciolta nel 1937, quando per ordine del duce
confluì nella Gioventù italiana del littorio (GIL), alle dirette dipendenze del
Partito Fascista. Ma in verità trattasi
di tale Giovan Battista (Giambattista) Perasso, detto Balilla,
irredentista, genovese, e neanche a dirlo, anti austriaco. Passando dalle vie dedicate a monti o fiumi
sacri per la guerra, come via Piave, via MONTE CALVARIO, via del MONTE CANIN ,
via del MONTE FESTA, via del MONTE HERMADA via del MONTE LUNGO, via del MONTE
NERO, via del MONTE SABOTINO, via del MONTE SANTO, via del MONTE SEI BUSI, via
del MONTECUCCO, via del MONTEGRAPPA. via del Montello, salita Monteverde.
Insomma, l'odonomastica fotografa l'identità di una città, questa è quella che
si è voluta sino ad oggi preservare a Gorizia. Identità profondamente
nazionalista e militarista. La storia non si cancella, ma la toponomastica e
l'odonomastica, i nomi delle vie, delle piazze, che determinano l'identità dei
luoghi, e i valori che si vogliono tramandare, sì. Si possono riscrivere.
Contrariamente da come si potrebbe
pensare non tutte le città italiane hanno una via, un piazzale, dedicata alla
via simbolo della Resistenza e della liberazione dal nazifascismo, data
universale, a prescindere da quando poi la liberazione sia effettivamente
avvenuta. Ad esempio a Trieste c'è una piazza dedicata al XXV Aprile, a Udine
c'è un viale dedicato al 25 aprile, a Pordenone c'è una piccola via dedicata al
25 aprile, ma a Gorizia, questa intitolazione non c'è. Ed è altrettanto
interessante osservare come la città confinante con Gorizia, sia invece
sfuggita all'italianizzazione dei nomi, ciò perché nata nel 1947, si presume.
Miren, sarà Merna, Ljubljana, sarà Lubiana, Koper, sarà Capodistria, ma Nova
Gorica non sarà Nuova Gorizia, anche se qualcuno tende a volte a chiamarla così
Si può forse discutere sull'accento, su quale sillaba collocarlo, ma non
troverai nessuna indicazione stradale, nessuna cartina, niente di niente. Città
nata idealmente nel 1947 in relazione alle vicende del confine orientale. Con
il Trattato di pace ci sarà la dissoluzione dell'unità territoriale goriziana,
che verrà suddivisa tra l'Italia e la Jugoslavia, oggi Slovenia. Una bella e
vitale città, voluta per intervento del Comitato speciale presieduto dal
Ministro Ivan Maček. Il progetto fu elaborato dall’architetto e urbanista Edo
Ravnikar e la prima pietra per la costruzione fu posta il 13 giugno del
1948. Una città costruita con le brigate lavorative jugoslave. Un pezzo
di storia socialista. Il design della città venne ideato dall’architetto
Ravnikar. Se Gorizia è anche nota come Gorica, ovviamente, lo stesso non potrà
dirsi per Nova Gorica che era, è e forse continuerà ad essere sempre Nova
Gorica, almeno fino a quando le due entità territoriali non ritorneranno ad
essere una sola cosa per quel progetto della Grande Gorizia/Gorica che potrebbe
riunire ciò che è diviso, e l'emblema di questa divisione è rappresentato
dall'attuale splendida Piazza della Transalpina. Nel sito del Turismo italiano
che a Gorizia dedicava non più di otto righe così
si può leggere: "Prima tappa di un percorso alla scoperta del
territorio è Gorizia, “città di
confine” e punto di incontro di etnie diverse, che conserva nelle sue eleganti
architetture i segni della storia e della lunga dominazione degli Asburgo. Tra il suo ricco e variegato
patrimonio artistico spiccano il castello
medievale con il suggestivo borgo, il Duomo
e i Musei Provinciali che valorizzano tutti gli aspetti della cultura
locale, includendo anche il Museo della
Grande Guerra. Un valore del tutto simbolico ha la moderna Piazza Europa, spazio urbano comune tra
Gorizia e Nova Gorica, segno della coesistenza delle due città e del
superamento dei conflitti." Piazza Europa! A Gorizia tutti i cartelli stradali indicano
una sola denominazione, piazza della Transalpina, la cui origine risale ai
primi del '900. Se cerchi questa piazza su Google Maps, alla voce Gorizia, ti
apparirà Piazza della Transalpina, se la cerchi sotto Nova Gorica ti apparirà
come Trg Evrope. Solo dalla parte slovena è nota come Piazza Europa, dalla
parte italiana nessuno la chiamerà in quel modo. Una piazza che unisce due
città, due nazioni diverse, che non riesce a condividere lo stesso nome, che
potrebbe essere ad esempio piazza del primo maggio, in ricordo di quel primo
maggio 2004 che segnò la caduta dell'ultimo “muro” di questa fetta complessa
d'Europa?
Marco Barone "