Acque cristalline a Gorizia e non solo


Quando sono andata, per la prima volta, ad Arqua’ Petrarca, in gita scolastica, e assieme alle due compagne di classe ci siamo immortalate in una foto sedute sulla soglia della casa di Francesco Petrarca, non sapevo ancora che avrei amato tanto la mia terra. Mai avrei immaginato che le “Chiare e fresche dolci acque” una delle liriche più note della poesia italiana delle origini e della nostra letteratura in assoluto, assieme all’opera di Cesare Pavese avrebbero inciso così profondamente nella mia storia personale. “Un paese vuol dire non essere soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra, c’è qualcosa di tuo, che anche quando non ci sei resta ad aspettarti.” L’epigrafe della Luna e i falò è la sintesi di ciò che ha rappresentato per me Gorizia. La mia città. Ed ho voluto usare le parole di Pavese perché mai sarei riuscita con una frase soltanto a descrivere il senso di tutto. Proprio non riesco a capire coloro i quali se ne vanno in giro per il mondo, cambiano città senza colpo ferire e non alzano evidentemente, mai lo sguardo dove l’orizzonte si perde.
Pensavo proprio a questo quando stamattina, acceso il pc, ho deciso di aggiungere un post per raccontare i luoghi. L’input mi è arrivato nei giorni scorsi, quando Beny Kosic ha messo online una significativa raccolta di immagini del nostro fiume. Così, approfittando del fatto di aver un bel po’ di materiale disponibile realizzato per il sito della Casa del bambù, lo condivido in questo blog per dimostrare che, come non smetterò mai di sostenere, Gorizia è al centro di un territorio meraviglioso.

Gorizia! Nessun luogo al mondo è più bello

Anni fa, tanti, acquistavo ogni mese la rivista Gente Viaggi (che non so neppure se esce ancora....) Ricordo che rimasi molto colpita da un servizio forografico il cui titolo significativamente era: "L'Italia è il mondo". Erano messe a raffronto le foto di luoghi famosi con l'immagine di un sito simile in Italia. Due di questi erano le montagne rocciose negli USA e le nostre Dolomiti; le spiagge caraibiche e Stintino, in Sardegna. Oggi, prima domenica di quarantena, guardando le bellissime foto che Beny Kosic ha postato, (e che qui sotto ne viene riproposta una sintesi) mi è ritornato in mente questo parallelismo. E posso, quindi, affermare (senza esagerare) che Gorizia, ed il suo territorio contermine ovviamente, è la sintesi dei luoghi più belli al mondo. Il primo esempio, come si può vedere dalla foto che accompagna il titolo di questo post è Slap Kozjak. Un luogo decisamente magico, nel comune di Kobarid (Caporetto), che ho scoperto occasionalmente un paio di anni fa e al quale ritorno non appena ne ho la possibilità. Le cascate del Niagara sono più imponenti, così come quelle di Iguassù. Ma quelle sono un insieme di cascate e non ti puoi certamente avvicinare come invece è possibile fare a Kozjak. Del resto, ho sempre sostenuto che "piccolo è bello", in tutti i sensi. Perchè concentra l'energia, altrimenti diffusa.

Incontro sui benandanti: nuova sede


Tra storia e miti i benandanti, intorno al XVI-XVII secolo, in Friuli, si adoperavano per la protezione dei villaggi e del raccolto dei campi dall'intervento malefico delle streghe e dai malandanti in genere. Di loro ne parlerà venerdì prossimo 6 marzo, alle 18, in sala della Torre della Fondazione Cassa di risparmio di Gorizia (g.c.), via Carducci 2, Paolo Morganti in un colloquio con Antonella Peressini, nell’ambito del ciclo “Incontri, racconti e luoghi”organizzato dal blog Vado a vivere a Gorizia. Il culto discendeva da antiche tradizioni pagane contadine già diffuse nel Centro-Nord Europa. Portatori di energie positive il loro destino era segnato già dalla nascita, perché erano coloro che nascevano ancora avvolti nel sacco amniotico. I cosiddetti nati con la camicia, lungi dall’essere persone fortunate, secondo l’accezione moderna del termine, avevano il compito, in astrale, di combattere le forze maligne. Gli scontri erano soliti avvenire durante i periodi delle quattro tempora che si possono individuare approssimativamente nel passaggio tra le stagioni. Per le tempora di primavera fra la prima e la seconda domenica di Quaresima, e quindi proprio in questi giorni. Se a prevalere erano i benandanti, sarebbero seguiti mesi di abbondanza e prosperità, mentre se a vincere fossero stati i malandanti, i poveri contadini sarebbero stati afflitti da lunghi periodi di fame e carestia. Paolo Morganti, cultore di storia locale che, attraverso la sua casa editrice ed i suoi romanzi storici sta divulgando l’inestimabile patrimonio storico del Friuli Venezia Giulia si soffermerà, in particolare, sui luoghi magici del nostro territorio la cui memoria storica va recuperata, per quella necessaria valorizzazione di una regione veramente unica, da questo punto di vista, come lui stesso illusterà.