Memoria storica e senso di appartenenza: save the data 22 e 23 luglio

Non c’è estate in cui non mi ritorni alla mente ciò che Henry James scrisse a proposito di questa stagione; ovvero che “a long summer afternoon” è la frase più bella foneticamente parlando. Sarà!. Per quanto mi riguarda, se penso all’estate non riesco a visualizzare immagini tradizionalmente legate al caldo e, quindi, spiagge assolate o sentieri montani. Ma se chiudo gli occhi e lascio la mia mente libera d’andare vedo campi arati, distese di covoni fino all’orizzonte e sento, forte, il canto delle cicale. Il pomeriggio d’estate, caro ad Henry James, lungi dall’emozionarmi mi porta invece ad un vivido ricordo: il rientro a casa dal lavoro, alle 14, sotto il sole cocente. Era circa un chilometro che percorrevo a passo sostenuto in 15 minuti; consolandomi al fatto che ci sono donne e uomini che pagano per fare la sauna. Insomma, è sempre e solo questione di gusti. Alla fin fine la mia sauna, seppur forzata, non mi costava nulla, e questa era una soddisfazione. Oggi, abituata alle comodità che la vita del pensionato rende possibile, dalle 11 del mattino alle 5 del pomeriggio, mi tappo in casa e nella penombra della stanza leggo e scrivo. Anche se oggi, a dire il vero, la leggera brezza che mitiga la temperatura, mi ha consentito di uscire in giardino per liberare da un po’ di alghe e foglie di ninfea il mio mini laghetto. E di nuovo, come ogni anno accade, mi sono lasciata – divertita - solleticare dai pesciolini rossi gambe e piedi.

Insomma, l’estate può essere associata al caldo, al mare, ai monti, alla lettura e al cinema. Raramente però si è disponibili allo studio ed agli approfondimenti, perché questa stagione è associata quasi sempre al divertimento e all’evasione. Il 2021 è stato un anno del tutto particolare, così come del resto l’anno che ci siamo lasciati alle spalle, per l’impossibilità di organizzare - perlomeno nella prima parte dell’anno - occasioni di incontro (in presenza). Quindi eccomi qua ad annunciare le prossime iniziative, anche se gli argomenti non sono di totale evasione. Li propongo ora perché sono temi che mi stanno molto a cuore e non mi va di attendere l’autunno prossimo. E non soltanto per il timore di nuove restrizioni. D’estate le giornate sono più lunghe e si sta volentieri fuori alla sera per due chiacchiere, un confronto e perché no anche una discussione. Avremo tutto il tempo necessario per parlare di memoria storica, di luoghi, di soggetti, di senso di appartenenza.

Il primo argomento che tratteremo, nella splendida cornice di Borgo Colmello, alle 18 di giovedì 22 luglio è uno di quei temi spesse volte sottovalutato nell’epoca della globalizzazione: “La memoria nei luoghi”. Ce ne parlerà lo storico Roberto Todero. Non c’è regione o provincia, in Italia, che abbia un vissuto storico così complesso come il Goriziano. Ogni strada, ogni collina, ogni anfratto di queste terre custodisce storie e segreti. Ciononostante, proprio in conseguenza di questa ricchezza è problematica la costruzione di una “Memoria collettiva”. Ovvero quell’insieme di ricordi condivisi, trasmessi e ricostruiti da una Comunità circa gli avvenimenti del proprio passato, dalle proprie origini al presente, e su cui si fonda l’identità della Comunità stessa. Anzi, si può dire, come più volte nei loro scritti hanno sostenuto i professori Sergio Tavano ed Hans Kitzmuller, che per lungo tempo, ovvero dalla fine della prima guerra mondiale, ad oggi, il processo di italianizzazione del territorio è stato decisamente forzato. Così, di insigni studiosi, personaggi dell’arte, scrittori e via dicendo, nati a Gorizia quando la città apparteneva all’Impero Austro-ungarico, non se ne racconta la storia, e quindi nessuno sa chi essi siano ed il ruolo che hanno avuto nel loro settore.

Venerdì 23 luglio, seguendo il filo logico degli eventi, incontreremo Carlo Giovanella, l’editore che ama gli Asburgo. L’attività editoriale della MGS Press è inarrestabile e vanta titoli che hanno fatto storia, non soltanto in regione. A partire dallo straordinario “Il gelso dei Fabiani” che ogni goriziano credo abbia letto, a Lyduska, la contessa di Salcano, che è stato per settimane ai vertici delle classifiche dei libri più venduti in nell’Isontino. Sono sei le sezioni che Carlo Giovanella cura oltre al catalogo che raccoglie libri di cucina regionale, ed un segmento di opere in triestino, tra le quali spicca l’esilarante Divina Commedia in triestino tradotta da Nereo Zeper. Le sezioni specifiche, invece, sono: architettura, Istria, James Joyce, narrativa, storia e gli Asburgo. Sono ben ventotto i titoli in catalogo riconducibili alla nobile famiglia; e anche se la parte del leone la fanno ovviamente Francesco Giuseppe e la mitica Sissi, diverse sono le opere che riguardano il principe Rodolfo. Anzi, l’ultima uscita, grazie ad un’ accurata attività di ricerca, che sarei tentata di dire attività investigativa, è quasi un giallo e lascia sospeso un interrogativo: cui prodest il dissolvimento dell’Impero Austro-ungarico?