Miren/Merna: località di vera frontiera, anzi sulla
frontiera. Cimitero: “Spomni se name” scritto dovunque.
Ricordati di me. Non occorre andare a Berlino per vedere
tracce di storia, di muri, di fili spinati, di città divise. A imperitura
memoria di quanto noi Litoranei abbiamo sofferto nel secolo scorso, da poco è
sorto uno dei musei di nicchia più particolari al mondo. Anzi unico. Ingresso
gratuito. È piccolo ma di enorme portata e interesse. Il cimitero in questione
fu, come in molti altri casi di tratteggio a tavolino dei confini dopo la
Seconda Guerra mondiale, tagliato in maniera insensata letteralmente in due. Metà
tombe rimanevano in Jugoslavia, metà in Italia. Anzi peggio. Alcune tombe
furono proprio attraversate dal filo spinato: il morto apparteneva metà a un
paese metà all’altro. Nel museo potrete leggere come molte tombe per anni non
poterono essere curate, perché “dall’altra parte” e ci si rimetteva
reciprocamente al buon senso del vicino, guardando la tomba del proprio caro
oltre il filo spinato.