Una città dedica le sue vie
ai grandi che le danno onore e a cui vuol dare onore, ai grandi di cui si
vanta, la cui vita, conclusasi ieri, illumina la vita di coloro che vivono
oggi. Chi dà il nome a una strada o a una piazza ammonisce chi abita in quella
strada o quella piazza a vivere come lui, si presenta come modello di vita, di professione,
di arte, di scienza: in questo caso, per un generale, di sapienza militare. Ma
se per battezzare una strada si usa il nome di Cadorna, non c'è augurio più
lugubre per l'esercito italiano. Di
Caporetto ce n'è stata una. Basta e avanza. Aver dato il nome di Cadorna a una
via (di una città o paese che dir si voglia) è stato, ieri, un errore.
Mantenerlo ancora diventa, ormai, una colpa. (f.c.)
L'abitudine è la
disposizione o attitudine acquisita mediante un'esperienza ripetuta, che in
sostanza è riconducibile al concetto di assuefazione. Assuefazione. Ecco non
può che essere questo il motivo per il quale non proviamo alcuna reazione
emotiva nel momento in cui percorriamo, anche giornalmente, la via Cadorna, ovvero
la strada che da via Diaz porta a via Santa Chiara, e che delimita,
parallelamente a corso Verdi, i giardini pubblici cittadini.