GO! 2025 si parte sabato 2 settembre

Sono una boomer e non conoscevo gli Editors! Per fortuna mi è venuto in aiuto Bing il quale mi ha spiegato che: “Gli Editors sono una band rock inglese formata nel 2002 a Birmingham. Inizialmente conosciuti come Pilot, The Pride e Snowfield, la band attualmente è composta da Tom Smith (voce principale, chitarra, pianoforte), Russell Leetch (basso, sintetizzatore, cori), Ed Lay (batteria, percussioni, cori), Justin Lockey (chitarra solista), Elliott Williams (tastiere, sintetizzatori, chitarre e cori) e Benjamin John Power (compositore e produttore)1. Gli Editors hanno finora pubblicato due album in studio di platino e sette in totale, con diverse milioni di vendite combinate. Il loro album di debutto The Back Room è stato pubblicato nel 2005. Conteneva i successi “Munich” e “Blood” e l’anno successivo ha ricevuto una nomination al Mercury Prize. Il loro album successivo An End Has a Start è arrivato al numero 1 nella classifica degli album del Regno Unito nel giugno 2007 ed ha guadagnato alla band una nomination ai Brit Awards come miglior band britannica. Ha anche generato un altro singolo di successo nella Top 10, "Smokers Outside the Hospital Doors"

Poi, fra gli eventi che faranno da prologo al calendario principale di GO! 2025 Patti Smith, la leggendaria “poetessa del rock”, si esibirà il 5 ottobre sul piazzale della Casa rossa. Lo stesso spazio, in pratica, che ospiterà sabato prossimo gli Editors! Insomma, non solo circhi, mercati e giostre. Questo spazio ampio, a cavallo quasi tra Italia e Slovenia potrebbe veramente reinventarsi a questo scopo. Vedremo!

Ci ho pensato un po’ prima di convincermi sull’opportunità di questi eventi di musica contemporanea per celebrare un evento come quello di GO! 2025. Ma a ben vedere, la musica è sempre stata una forma di cultura. Ed anzi, è un’espressione artistica appartenente a tutte le culture del nostro pianeta. Fonti ne attestano l’esistenza almeno a partire da 55 000 anni fa, con l’inizio del Paleolitico superiore. Alcuni studiosi ipotizzano la sua nascita in Africa, quando le prime comunità umane conosciute iniziarono a espandersi sul globo. Chi ha visto il film Incontri ravvicinati del terzo tipo ricorderà la bellissima scena dell'interpretazione della musica come linguaggio interstellare.... La musica è un’arte molto diffusa e nel periodo storico che viviamo, visti i mezzi di cui oggi disponiamo, forse la musica è la forma d’arte più diffusa, più della pittura o della letteratura o del cinema stesso. La musica, più di ogni altra forma d’arte, “arriva” davvero alle “masse”, coinvolgendole. Quindi, al bando l’elitarismo e la musica abbia inizio!

Ogni informazione relativa al concerto degli Editors organizzato dal GECT è disponibile a questo indirizzo: https://www.go2025.eu/editors-bend-ki-se-ne-boji-eksperimentiranja/

Gorizia e l'Accordo di Osimo

Ci sono alcuni fatti che, per coloro i quali vivono a Gorizia, dovrebbero essere ben noti. Perchè se l'insegnamento della storia nella scuola si ferma, molto spesso, alla prima guerra mondiale o, nel peggiore dei casi, alle guerre d'indipendenza, dovrebbe essere d'interesse di ciascuno conoscere il proprio territorio. Tra due anni Nova Gorica e Gorizia saranno chiamate, assieme, a rappresentare la sintesi di ciò che dovrebbe significare l'essere europei, ovvero la rimozione mentale di ogni confine. Uno dei pilastri sui quali è stato edificato il rapporto di collaborazione tra le due città è senz'altro l'accordo o, meglio, gli accordi di Osimo.

Gli Accordi di Osimo, firmati il 10 novembre 1975 dai ministri degli Esteri di Italia e Jugoslavia, comprendevano un insieme di accordi. I due atti principali, denominati Trattato e Accordo per la promozione della cooperazione economica, avevano intenti differenti: il primo era inteso a risolvere le questioni ancora pendenti tra i due Stati; il secondo, con carattere largamente programmatico, poneva il quadro per lo sviluppo di futuri programmi coinvolgenti comuni prospettive di collaborazione in diversi campi². Ai due testi principali si univano numerosi allegati, dieci al primo e quattro al secondo². Gli Accordi, redatti in lingua francese, unica loro versione autentica, entravano quindi in vigore con lo scambio delle ratifiche, una volta espletate le relative procedure interne, il 3 aprile 1977². Gli Accordi di Osimo costituirono un importante atto di stabilizzazione tra due stati, in sintonia con quanto concordato dai governi europei nella Conferenza sulla Sicurezza e la Cooperazione in Europa a Helsinki (1.8.1975): «dare il proprio contributo al rafforzamento della pace e della sicurezza nel mondo» e, soprattutto, ritenere «inviolabili» le reciproche frontiere⁴.

Fu ratificato dall'Italia il 14 marzo 1977 (legge n. 73/77) ed entrò in vigore l'11 ottobre 1977. Fu il primo trattato internazionale i cui negoziati per l'Italia non vennero curati dal Ministero degli affari esteri. Le trattative furono condotte deliberatamente in maniera riservata. L'incarico venne infatti affidato dal governo ad un dirigente del Ministero dell'industria, del commercio e dell'artigianato, Eugenio Carbone. Oggi, un cenno ad una strada diventata strategica per la Comunità.

La strada del Monte Sabotino

Prima degli accordi internazionali, esistevano diversi valichi di frontiera secondari tra il Collio sloveno e il Friuli Venezia Giulia, ma avevano un orario di apertura limitato, che impediva alle persone di comunicare normalmente con il loro paese d'origine o le costringeva a utilizzare un percorso molto più lungo, utilizzando la strada che sale a nord sulla valle dell'Isonzo fino a Plava e prosegue verso Nova Gorica, dove la maggior parte degli abitanti andava a lavorare.

Il Trattato di Osimo stabilì espressamente, all'articolo 9, di costruire un collegamento rapido tra le due aree che oggi si trovano in Slovenia. L'articolo 6 dell'Accordo sullo sviluppo della cooperazione economica dettagliò con precisione i rispettivi adempimenti. La strada fu costruita secondo il progetto elaborato dalla commissione mista italo-jugoslava prevista dall'art. 6 dell'accordo sulla promozione economica e finanziata dai governi italiano e jugoslavo, ciascuno per il proprio tratto di competenza della strada. Nel 1978 il governo italiano destinò all'ANAS un finanziamento di 1,55 miliardi di lire.

Un interessante commento agli accordi è disponibile a questo indirizzo: https://www.avvenire.it/agora/pagine/osimo-

(1) GLI ACCORDI DI OSIMO (Diritto internazionale) - Regione Storia FVG. https://www.regionestoriafvg.eu/upload/allegati/ACCORDI_DI_OSIMO.pdf.

(2) Regione Storia FVG. https://www.regionestoriafvg.eu/tematiche/tema/254/Trattato-di-Osimo.

(3) Trattato di Osimo - Wikipedia. https://it.wikipedia.org/wiki/Trattato_di_Osimo.

(4) Il Trattato Italo-Jugoslavo di Osimo (10 novembre 1975) http://www.storico.org/italia_boom_economico/trattato_osimo.html.

Giulia e Franz innamorati a Gorizia

Era una giornata di primavera del 1898 quando Giulia arrivò a Gorizia, la città dove avrebbe trascorso i prossimi mesi come istitutrice dei figli di una famiglia nobile. Giulia era una giovane donna di origini italiane, ma cresciuta a Vienna, dove aveva studiato lettere e lingue. Era curiosa di conoscere quella città che le avevano descritto come la "Nizza austriaca", per il suo clima mite e la sua eleganza.

Giulia si innamorò subito di Gorizia, dei suoi palazzi e delle sue piazze, delle sue chiese e dei suoi caffè. Le piaceva passeggiare lungo i viali alberati e ammirare il castello che dominava la città dall'alto¹. Le piaceva anche il lavoro che faceva, insegnando ai bambini la storia, la geografia e le lingue. Parlava fluentemente il tedesco, l'italiano e lo sloveno, le tre culture che si mescolavano a Gorizia.

Un giorno, mentre era al mercato coperto a comprare della frutta, Giulia incontrò un giovane ufficiale dell'esercito austriaco. Si chiamava Franz e aveva gli occhi azzurri e i capelli biondi. Era stato trasferito a Gorizia da poco e si occupava della difesa del confine con l'Italia. Giulia e Franz si piacquero subito e iniziarono a frequentarsi. Andavano spesso al caffè Centrale, dove si poteva leggere il giornale, ascoltare musica e chiacchierare con gli amici². Oppure si recavano al teatro Verdi, dove si rappresentavano opere e commedie. A volte facevano anche delle gite fuori città, visitando i paesi e i castelli della contea principesca di Gorizia e Gradisca⁴.

Giulia e Franz erano felici insieme, ma sapevano che il loro amore era fragile. Il clima politico in Europa si stava facendo sempre più teso e le tensioni tra l'Austria e l'Italia crescevano di giorno in giorno. Gorizia era una città al confine, ma anche una città confine, dove si respirava un'aria di irredentismo e di nazionalismo. Giulia sentiva di appartenere a due mondi diversi, quello italiano e quello austriaco, e non sapeva da che parte schierarsi. Franz invece era fedele alla sua patria e al suo imperatore, ma temeva che una guerra potesse scoppiare da un momento all'altro.

La guerra scoppiò nel 1914, quando l'arciduca Francesco Ferdinando fu assassinato a Sarajevo. L'Italia entrò in guerra nel 1915, schierandosi contro l'Austria. Gorizia divenne un campo di battaglia, dove si combatterono sanguinose battaglie tra le truppe italiane e quelle austriache. Il castello fu bombardato e distrutto¹. Il caffè Centrale fu chiuso e trasformato in ospedale militare². Il teatro Verdi fu danneggiato dai colpi d'artiglieria.

Giulia e Franz si persero di vista. Giulia dovette lasciare la casa dove lavorava come istitutrice e rifugiarsi in un convento. Franz fu mandato al fronte sul monte Sabotino, dove affrontò gli assalti degli italiani. Non si scrissero mai, perché non sapevano dove fossero l'uno e l'altra. Non si rividero mai più.

La guerra finì nel 1918, con la vittoria dell'Italia. Gorizia fu annessa all'Italia e cambiò il suo nome in Gorizia italiana. La città era cambiata profondamente, segnata dalle ferite della guerra. Molti abitanti se ne andarono, altri arrivarono da altre parti d'Italia. La cultura austriaca scomparve quasi del tutto.

Giulia tornò a Vienna, dove riprese a insegnare. Non si sposò mai e non dimenticò mai Franz. Franz morì sul Sabotino, colpito da una granata. Non seppe mai che Giulia era ancora viva e che lo amava ancora.

Origine: conversazione con Bing, 27/8/2023

(1) Alla scoperta di Gorizia, ieri "Nizza austriaca" oggi enigmatica città .... https://ritaglidiviaggio.it/2020/05/13/friuli-venezia-giulia-cosa-vedere-a-gorizia/.

(2) Gorizia in "Dizionario di Storia" - Treccani. https://www.treccani.it/enciclopedia/gorizia_%28Dizionario-di-Storia%29/.

(3) Contea Principesca di Gorizia e Gradisca - Wikipedia. https://it.wikipedia.org/wiki/Contea_Principesca_di_Gorizia_e_Gradisca.

(4) Gorizia | Cosa fare e vedere a Gorizia - 10Cose.it. https://www.10cose.it/gorizia/cosa-vedere-gorizia.

La foto è di Beny Kosic