GO2025 e ospitalità

Due bandi regionali per la concessione di contributi fino a 20 mila euro a favore dei proprietari di unità abitative ammobiliate a uso turistico, ma Gorizia, tenuto conto dei parametri previsti, è tagliata fuori da questa opportunità.

“Dalle house boat sull’Isonzo al Castello di Gorizia sfruttato in chiave alberghiera luxury, adibendo alcune sale ad alloggi di fascia alta. E poi le locazioni turistiche delle case sfitte in città, con soluzioni snelle che consentano ai proprietari di affittarle senza troppi impicci burocratici per brevi periodi.” Erano questi alcuni spunti contenuti nel “Masterplan Offerta ricettiva Go!2025 Capitale europea della cultura”, con l’obiettivo di ampliare l’offerta ricettiva in città e nei Comuni limitrofi presentato i primi di dicembre dello scorso anno e di cui la stampa locale dava notizia. Masterplan richiesto dalla Regione alla Camera di commercio del FVG.

Sorvolando sull’ipotesi dello sfruttamento in chiave alberghiera del castello, perché più facile a dirsi che a farsi, una delle interessanti proposte prese in considerazione è certamente quella dell’utilizzo degli alloggi sfitti (che a Gorizia sono veramente tantissimi). Del resto, invisa agli albergatori ma particolarmente apprezzati dal consumatore, la scelta di un alloggio anziché la camera d’albergo, sta riscuotendo sempre più maggior consenso da parte dei viaggiatori, soprattutto dalle famiglie con bambini. Lo dimostra il successo di portali quali Airbnb, tanto per citare il più famoso.

Dal sito di Promoturismo si evidenzia questa situazione per l’area Gorizia, Collio e Monfalcone: 37 alberghi (dei quali 5 a Gorizia), 39 affittacamere (7 in città), 50 b&b (13 in città), 33 appartamenti (17 in città) e 51 agriturismi (5 a Gorizia) anche se i dati non risultano aggiornati evidenziano comunque una situazione critica. Nel senso che il loro numero è decisamente esiguo. Ma non può essere diversamente per una città che ha subito la chiusura delle caserme e l’abbattimento dei confini con una costante diminuzione, quindi, di popolazione e imprese. Non c’è territorio in Italia che abbia vissuto, dal punto di vista economico, una situazione analoga alla nostra. E, quindi, certamente il prossimo appuntamento del 2025 rappresenta l’unica possibilità di ripresa, tenuto conto che nessuna delle amministrazioni che si sono succedute da vent’anni in qua ha saputo valorizzare il potenziale che comunque esiste dal punto di vista dello sviluppo turistico, proprio per la sua peculiarità: dall’eno-gastronomia al confine e la storia del ‘900.

La questione nodale è, quindi: come aumentare l’offerta ricettiva, tenuto conto peraltro che costruire o ristrutturare un albergo comporta investimenti e tempi incompatibili con il countdown a 660 giorni per il primo gennaio 2025? L’unica opportunità, concreta e fattibile è destinare a locazione turistica gli alloggi sfitti in città. E qui nasce il problema.

Con l’art. 34 (Ammodernamento delle unità abitative ammobiliate a uso turistico) della legge regionale 22 febbraio 2021, n. 3 Disposizioni per la modernizzazione, la crescita e lo sviluppo sostenibile verso una nuova economia del Friuli Venezia Giulia (SviluppoImpresa). È stato disposto che “1. Al fine di favorire il rinnovo e l'incremento dei livelli qualitativi dell'offerta turistica l'Amministrazione regionale è autorizzata a concedere appositi contributi a favore dei proprietari di unità abitative ammobiliate a uso turistico, di ammontare massimo pari a 20.000 euro per ogni unità immobiliare e per un numero massimo di quattro unità immobiliari per ogni singolo beneficiario, a fronte dell'obbligo specifico di collocare o mantenere nel mercato delle locazioni tali immobili, mediante il sistema delle agenzie di cui all'articolo 33, comma 1, lettera a), per un periodo non inferiore a otto anni.”

Il problema, concreto, che esclude Gorizia da questi contributi è che le agenzie immobiliari e società di gestione immobiliare devono avere sede operativa nel comune ove è situato l’immobile oggetto di contributo o comunque in alternativa ad una distanza non superiore a dieci chilometri dall’unità immobiliare stessa. Ed, inoltre, l’agenzia immobiliare o società di gestione immobiliare turistica deve gestire la locazione di almeno 30 unità abitative ammobiliate a uso turistico. Lo prevede espressamente il regolamento 8 settembre 2021 n. 152. A questo indirizzo l’elenco delle Agenzie iscritte nell’apposito elenco regionale. Grado e Lignano, come si può vedere, fanno la parte dei leoni ed è evidente sia così perché sono località che vivono di turismo. Ma se l’obiettivo, in vista del 2025, è quello di stimolare i proprietari di appartamenti sfitti a metterli sul mercato per aumentare l’offerta turistica cittadina, come auspica il Masterplan, forse allora la Giunta regionale dovrebbe tenere in considerazione questa specificità. Certo che, ormai, il tempo stringe.