La Primavera, nonostante quest’anno non si sia ancora
pienamente manifestata nella sua caratteristica principale, ovvero nelle temperature
più miti, offre comunque mille motivi per deliziare occhi e spirito. Soprattutto per coloro i quali hanno la
possibilità, ovvero il tempo, per godere della natura che si trasforma,
visitando i parchi ed i giardini della città, che sono comunque tanti, giardino Viatori in primis. Il giardino è visitabile nei pomeriggi (dalle 15 alle 19) dei
giorni festivi e prefestivi fino al 2 giugno, con visita guidata alle 17.
Ma la natura che si trasforma è ammirabile sopratutto percorrendo strade e sentieri nella immediata periferia, dal Collio al Carso, non dimenticando la campagna che circonda il capoluogo. Insomma le occasioni non mancano. Fiori,
fiori e fiori. Spontanei ma non solo; perché a volte anche le opere pubbliche
creano le condizioni per creare piacevolissime aiuole fiorite ai margini delle
strade. Un godibile esempio è quello che si può ammirare lungo la variante alla strada 56 quella
cioè, che al fine di togliere i mezzi pesanti dagli abitati di Mossa e Lucinico,
li dirotta lungo la nuova arteria che collega l’abitato di Mossa
con la strada statale del Vallone. Lungo questa strada, infatti, è stata seminata
la Onobrychis viciifolia (ovvero la Lupinella) che, adesso, colora di rosa
quasi l’intero tracciato. Coltivata prevalentemente nelle zone appenniniche, è
una buona foraggera (il suo nome deriva proprio da questo) e pianta mellifera. Tuttavia, i trattati di botanica
affermano che risulta impossibile stabilire dove sia stata introdotta dall’uomo
con semine e dove potrebbe essere invece spontanea. Ma la sostanza non cambia perché
il risultato è veramente ottimale.
Un altro asse viario, gradevolmente infiorato, è quello che
dalla nuova rotonda di Mariano (variante strada 305) porta verso gli abitati di
Corona e Moraro. In pratica la ex strada provinciale n. 5. Le scarpate,
infatti, sono ricoperte in questi giorni da un tappeto bianco di margherite
che, presumibilmente sono state anch’esse seminate. Per gli amanti dei fiori
spontanei (o quasi) che rispettano diligentemente il prontuario regionale, un
mazzo di margherite di campo con un paio di papaveri, abbelliscono qualsiasi
ambiente. E per chi non lo sapesse esiste anche il modo per far durare a lungo il
papavero reciso. E’ sufficiente avvicinare la parte finale dello stelo al fuoco,
perché durino fino ad una settimana. Provare per credere.
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