L’immagine che ho sempre avuto di un
astrofisico è quella altalenante tra un introverso che se ne sta ore ed ore con
le cuffie in testa per cercare di intercettare qualche rumore dallo spazio;
come Jodie Foster in Contact o un anticonformista che, per
il suo aspetto, pare non vivere con i piedi per terra ma con la testa tra
nuvole e stelle, appunto; alla Albert Einstein o a Margherita Hack, tanto per
intenderci. La quale un giorno disse: “Penso alla ciclicità delle mie molecole,
pronte a sopravvivermi, a ritornare in circolo girovagando per l’atmosfera e
non provo tristezza. Ci sono stata, qualcuno si ricorderà di me e se così non
fosse, non importa”. Poi, conosci Steno Ferluga e ti devi ricredere.
Perché non soltanto riesce a catturare l’attenzione dei suoi interlocutori con il racconto dei viaggi straordinari in giro per il mondo, alla scoperta dei luoghi simbolo della nostra storia, ma ha la fortuna di possedere un occhio curioso e attento capace di riconoscere, dall’alto di un volo aereo, valli e cime, indicandone con precisione i nomi, laddove i comuni mortali non vedono altro che guglie innevate. Cielo e terra, passato e futuro dunque, indifferentemente. Ed ogni occasione è buona per un viaggio alla scoperta di qualcosa di nuovo, come i gabonionti di 2,1 miliardi di anni fa, ammirati in Francia soltanto una decina di giorni fa, che anticipano di molto la presenza di esseri viventi sulla Terra, fino ad ora conosciuti. Ma Steno Ferluga, astrofisico e docente di fisica ambientale all’Università di Trieste, è soprattutto l’uomo delle stelle, in senso stretto. Un uomo i cui racconti affascinano, ammaliano ed intrigano. Perché, per quanto se ne parli, l’Universo è ancora e sempre sarà, per i “non studiosi” un soggetto sconosciuto. E non a caso, quindi,“L’Universo, questo sconosciuto” è il titolo della conversazione che Steno Ferluga terrà, anche con proiezione di straordinarie immagini del cielo, in sala Dora Bassi a Gorizia, venerdì primo marzo alle 18, nell'ambito del ciclo di incontri orgnizzato da questo Blog, dal titolo "Saperi, viaggi ed esperienze".
Perché non soltanto riesce a catturare l’attenzione dei suoi interlocutori con il racconto dei viaggi straordinari in giro per il mondo, alla scoperta dei luoghi simbolo della nostra storia, ma ha la fortuna di possedere un occhio curioso e attento capace di riconoscere, dall’alto di un volo aereo, valli e cime, indicandone con precisione i nomi, laddove i comuni mortali non vedono altro che guglie innevate. Cielo e terra, passato e futuro dunque, indifferentemente. Ed ogni occasione è buona per un viaggio alla scoperta di qualcosa di nuovo, come i gabonionti di 2,1 miliardi di anni fa, ammirati in Francia soltanto una decina di giorni fa, che anticipano di molto la presenza di esseri viventi sulla Terra, fino ad ora conosciuti. Ma Steno Ferluga, astrofisico e docente di fisica ambientale all’Università di Trieste, è soprattutto l’uomo delle stelle, in senso stretto. Un uomo i cui racconti affascinano, ammaliano ed intrigano. Perché, per quanto se ne parli, l’Universo è ancora e sempre sarà, per i “non studiosi” un soggetto sconosciuto. E non a caso, quindi,“L’Universo, questo sconosciuto” è il titolo della conversazione che Steno Ferluga terrà, anche con proiezione di straordinarie immagini del cielo, in sala Dora Bassi a Gorizia, venerdì primo marzo alle 18, nell'ambito del ciclo di incontri orgnizzato da questo Blog, dal titolo "Saperi, viaggi ed esperienze".
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