A Loqua per trovare marito


Fa uno strano effetto, ad un goriziano, vedere le immagini di Lokve ricoperta (o quasi dalla neve). Perché, essendo ormai da tempo dismessi gli impianti sciistici, a Lokve (che prende il nome dalle pozzanghere che si formano in autunno sui prati) ci si va quasi esclusivamente d’estate. Per il semplice motivo che d’inverno non ci sono strutture adeguate che possono offrire un punch, un brulè o una cioccolata calda ai coraggiosi avventori che non si lasciano spaventare dal gelo, pur di godere del meraviglioso paesaggio dell’altipiano.

Sta di fatto che vivere a Gorizia ti concede anche questo: poter raggiungere in meno di mezz’ora un’oasi di pace incontaminata. E secondo alcuni è proprio l’inesistenza, o quasi, di strutture turistiche che la rende affascinante perché poco frequentata. Insomma, a parte un piccolo albergo con annesso ristorante, è necessario portarsi da casa cibo e bevande. Perché i due rifugi di Lasna e Mala Lasna non sempre sono aperti.
A Lokve, come le sempre bellissime foto di Beny Kosic ci dimostrano, (confermato peraltro dalla webcam) il paesaggio è da fiaba. Sul colle si mette in mostra la chiesetta dedicata a Sant’Antonio di Padova che, invece, di Padova proprio non è; perché è di Lisbona ed è considerato il Santo dei matrimoni. In realtà nei suoi sermoni non predicava nulla di specifico sui matrimoni, ma è diventato noto come il santo che aiuta le donne a trovare marito per via dell’aiuto che offriva alle ragazze umili perché ottenessero una dote e un corredo per il matrimonio, com’era richiesto all’epoca. Si racconta, anche, che una volta a Napoli c’era una ragazza la cui famiglia non poteva pagare la dote per farla sposare. Disperata, la ragazza chiese aiuto al santo, che miracolosamente le consegnò un biglietto e le disse di cercare un certo commerciante. Il biglietto diceva che il commerciante doveva darle delle monete d’argento equivalenti al peso del foglio. L’uomo non se ne curò, ritenendo che il peso del biglietto fosse insignificante, ma con sua sorpresa furono necessari 400 scudi d’argento perché la bilancia raggiungesse l’equilibrio. In quel momento il commerciante ricordò che un giorno aveva promesso 400 scudi d’argento al santo e non aveva mai mantenuto la promessa. La ragazza poté così sposarsi in base al costume dell’epoca, e da allora Sant’Antonio ricevette, tra gli altri titoli, quello di “Santo dei matrimoni”.
Per credenti o comunque speranzosi, esiste anche la Preghiera  a Sant’Antonio per chiedere la grazia di un/a fidanzato/a.  
PS Senz'altro qualcuno obietterà che anche a Gorizia c'è una chiesetta dedicata a Sant'Antonio; e precisamente in via del Santo, 52. Insomma, non serve andare a Lokve per cercare marito. A questi, ribatto fin da ora che una preghiera rivolta ad un Santo o a Dio direttamente, e recitata in un' oasi di tranquillità, lontano da frastuoni e frenesia delle città, un luogo insomma fatto di pace, spiritualità e natura, ha certamente più possibilità di arrivare a destinazione. Ne sono proprio convinta.
Augurissimi!




 

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