Genio e generosità a Gradisca: l'eredità del signor Fissan


Se dovessi chiedere indifferentemente ad un uomo o ad una donna che hanno avuto a che fare con culle e pannolini se il nome Fissan ricorda loro qualcosa non ho alcun dubbio sul loro stupore alla domanda. Ciò in quanto la pasta Fissan sta a neonato come brioche sta a cappuccino o come fantascienza sta a Guerre stellari.
Credo siano in pochi, invece, coloro i quali conoscono la storia del signor Fissan, come comunemente veniva chiamato Osiride Brovedani il quale, nella cantina di via Alberti 6 a Trieste, produceva la panacea per culetti arrossati. Uomo dalla complessa personalità, (Trieste, 11 febbraio 1893 – 2 luglio 1970) è stato un imprenditore e benefattore italiano. Non facile da comprendere e conoscere senza nominare le sue due creature: la Fissan e la Fondazione che porta il suo nome. In esse si racchiude, in un certo senso, tutta la vita di un uomo, che, dopo aver raggiunto l’apice della sua attività creativa e produttiva nella Fissan, si è voluto ricordare di quella che era stata la sua base di partenza ardua, difficile e sofferta, che lo indusse, in uno slancio di umana solidarietà ed altruismo, a voler risparmiare a quanti più giovani poteva le sue sofferenze e offrire loro la sua esperienza per affrontare la vita con quella serenità e sicurezza che a lui erano mancate.
La Casa Albergo di Gradisca, un tempo convitto per orfani, offre oggi ospitalità gratuita a persone sole, di cittadinanza italiana, di età superiore ai 66 anni, autosufficienti con un reddito che non garantisca una completa situazione di benessere. La filosofia del Consiglio di Amministrazione, nel momento in cui è stato deciso di riconvertire la struttura, è che diventare anziano vuol dire subire cambiamenti significativi e ritrovarsi a mettere in gioco nuovamente il proprio senso di identità. Per questo motivo, alla Casa Albergo sono offerti, a titolo completamente gratuito, oltre a vitto e alloggio, tutti gli altri servizi accessori che consentono di condurre una vita autonoma all’interno di un ambiente comunitario alfine di allontanare la solitudine.
Per dare l’opportunità di conoscere quest’uomo geniale, appassionato alpinista, burbero, eclettico ed innovatore, a Trieste, in via Alberti 6, è stato aperto al pubblico Il Museo Casa di Osiride Brovedani, concepito come un ritorno alle origini. È dallo stabile di via Alberti 6, infatti, che tutto è iniziato. È lì che Osiride abitava con la moglie Fernanda, ed è nel salotto di casa sua che riceveva gli appuntamenti di lavoro, trasformando il tavolo della sala da pranzo in scrivania. Ma soprattutto, è nello scantinato che nacque la Fissan, nel 1930, come ci racconterà Lia Gregoretti, curatrice dei contenuti e guida al museo, nell’incontro che si svolgerà mercoledì 19 dicembre, alle 18, nella sala Dora Bassi di via Garibaldi a Gorizia.

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