Gorizia sta vivendo una crisi del commercio di vicinato che si riflette nel progressivo svuotamento del suo centro storico. Secondo un'analisi dell'Istituto Tagliacarne, centro studi delle Camere di commercio, pubblicata da Confcommercio e riportata sulla stampa nazionale nei giorni scorsi, Gorizia si colloca
al secondo posto in Italia per la chiusura dei punti vendita, con una perdita che sfiora il
34,2% dal 2012 al 2024. Questo dato mette in luce un fenomeno che affligge numerose città italiane, ma che a Gorizia ha radici ancora più profonde.
Le Cause della Crisi
Alla base di questa crisi ci sono diversi fattori, alcuni dei quali legati a scelte politiche e cambiamenti economici. L'espansione della grande distribuzione è uno dei principali fattori che ha messo in difficoltà le botteghe. Con l'apertura di grandi centri commerciali e supermercati, i negozi locali (i cosiddetti negozi di vicinato) non sono riusciti a competere, soprattutto per quanto riguarda i prezzi e la varietà dei prodotti. Questo fenomeno è stato accompagnato dalla fine dei piani del commercio, che fino agli anni '90 attribuivano ai comuni la responsabilità di regolare l’offerta e la domanda commerciale sul proprio territorio. La fine di questi piani ha lasciato le città senza strumenti efficaci per bilanciare i diversi tipi di commercio, favorendo la crescita dei grandi centri a scapito delle piccole attività locali.
Peraltro, in Friuli Venezia Giulia, l'apertura di grandi strutture di vendita è stata agevolata da un'interpretazione estensiva delle disposizioni normative introdotte all’inizio degli anni 2000, che ha permesso una rapida espansione di queste strutture. Questa interpretazione ha portato la regione ai vertici nazionali per il rapporto superficie commerciale per abitante, favorendo una concentrazione di grandi centri commerciali che ha messo in difficoltà il commercio di vicinato, creando una competizione sproporzionata rispetto alla dimensione del mercato locale.
A Gorizia, questo fenomeno si è intrecciato con altre problematiche. La dissoluzione dell’ex Jugoslavia e l’apertura dei mercati in Slovenia hanno tolto alla città una parte importante dei suoi consumatori. Gli abitanti delle valli del Vipacco e dell'Isonzo, che prima costituivano una clientela fedele per i negozi goriziani, hanno ora accesso a mercati sloveni ben strutturati, con conseguente riduzione del flusso di consumatori in città. Inoltre, la dismissione delle caserme, che ha portato via migliaia di residenti, ha peggiorato ulteriormente la situazione, privando il commercio di una base di consumatori stabile.
Le Proposte di Rilancio:
Nonostante la difficoltà della situazione, Gorizia ha ancora molte potenzialità da valorizzare. Con una popolazione di poco più di 30.000 abitanti, è evidente che la creazione di una rete commerciale deve passare inevitabilmente attraverso il rilancio del turismo. Solo un flusso turistico regolare e qualificato può garantire una domanda costante per il commercio di vicinato.
Ecco alcune proposte concrete per il rilancio del commercio e del centro cittadino:
1. Valorizzare il turismo esperienziale e il commercio di nicchia
Gorizia potrebbe puntare sul turismo esperienziale, che si distingue dal turismo tradizionale per il suo focus sulle esperienze autentiche. La città ha un patrimonio storico e culturale ricco che potrebbe essere utilizzato per creare workshop, tour tematici e eventi gastronomici che attirano turisti in cerca di esperienze uniche. Allo stesso tempo, il commercio di nicchia, focalizzato su prodotti tipici e artigianato locale, potrebbe rispondere a una domanda crescente di qualità e autenticità, differenziandosi dalla grande distribuzione.
Una delle tradizioni gastronomiche più radicate a Gorizia è la “frittata con le erbe", che si prepara con le erbette spontanee che crescono nella zona. Da sempre, da primavera fino alla fine dell'estate, questa frittata è un piatto tipico, amato dai goriziani. I più anziani ricorderanno sicuramente l'osteria a San Mauro, al buso del Diau, a pochi passi dal confine, dove si consumava questa prelibatezza, preparata con le erbe fresche raccolte nei campi e nei boschetti circostanti. Ancora oggi, le erbette per la frittata vengono vendute al mercato di via Boccaccio, testimoniando una tradizione gastronomica che continua a vivere nel cuore della città.
La valorizzazione di questi prodotti locali, come già si sta facendo con il radicchio "La rosa di Gorizia" e le erbe spontanee, dimostrerebbe che è possibile promuovere le eccellenze del territorio e attrarre visitatori interessati a esperienze culinarie autentiche. Gorizia potrebbe costruire un'offerta turistica che combini tradizione gastronomica e commercio di nicchia, puntando sulle erbe locali come il bruscandolo, l’asparago selvatico, il germoglio di pungitopo e l’aglio ursino, ottime da utilizzare in cucina e perfette per eventi gastronomici.
Proposta concreta:
Creare pacchetti turistici che includano esperienze culinarie legate ai prodotti ed alle erbe locali, come la frittata o il risotto con le "erbe". Le cene che vengono proposte dai ristoranti locali per promuovere e valorizzare la rosa di Gorizia possono essere riproposte durante tutto l’anno con i diversi prodotti agricoli che il territorio offre: dall’asparago di Sant’Andrea alla verza, ma anche la frutta. Nel territorio, infatti, sono coltivate ottime ciliegie e pesche, senza dimenticare noci e cachi, per i quali l’attuale strumento urbanistico ne prevede anche la tutela. Inoltre, piatti tipicamente locali, come lo struccolo cotto in straza, che sono noti solo ai residenti, potrebbero essere riscoperti e valorizzati.
2. Valorizzazione del Vino
Nonostante il Collio sia una delle zone vinicole più rinomate d'Italia, Gorizia non ha ancora saputo valorizzare appieno la sua ricchezza vinicola. Sebbene la produzione di vino rappresenti una delle maggiori risorse economiche e culturali del territorio, le iniziative per promuovere il vino del Collio sono state finora limitate e sporadiche. Le uniche manifestazioni degne di nota risalgono agli inizi degli anni 2000, quando furono organizzate alcune edizioni della rassegna Calici di Stelle, ma da allora non si è assistito a un vero e proprio rilancio o a una strategia di marketing efficace. Il vino del Collio, con le sue denominazioni di origine e i suoi vini bianchi pregiati come il Friulano e la Ribolla Gialla, rappresenta un’opportunità unica per Gorizia, non solo come prodotto da esportazione ma come autentico simbolo del territorio. Una valorizzazione più incisiva, attraverso eventi, promozioni e collaborazioni con i produttori locali, potrebbe elevare il vino a protagonista indiscusso della scena turistica e commerciale della città, facendo di Gorizia un punto di riferimento enogastronomico di grande prestigio. In tal senso Cormons dovrebbe essere considerata una brava maestra.
3. Agevolare finanziariamente l'apertura di nuovi punti di vendita
La creazione di una rete commerciale forte a Gorizia non può prescindere da incentivi economici per favorire l'apertura di nuovi punti vendita nel centro storico. Per sostenere il commercio di vicinato, è necessario che le istituzioni locali offrano sgravi fiscali e finanziamenti agevolati a chi desidera aprire un’attività commerciale nel centro città. Il Fondo Gorizia, sotto questo aspetto, potrebbe svolgere un ruolo fondamentale. Questo stimolerebbe l'apertura di negozi innovativi, legati alle tradizioni locali o a nuovi settori emergenti, e contribuirebbe a rivitalizzare la zona.
4. Sistemazione del Mercato Coperto di Via Boccaccio
Un altro aspetto fondamentale per il rilancio del commercio e della vita sociale nel centro di Gorizia è la sistemazione del mercato coperto di via Boccaccio. La struttura storica, quasi del tutto inutilizzata, rappresenta una grande opportunità per creare un centro di aggregazione che possa ospitare eventi enogastronomici, mercati agricoli e attività commerciali legate alla tradizione locale. Il progetto di riqualificazione del mercato, che aveva suscitato grande interesse, inclusa la proposta di collaborazione con il marchio Gambero Rosso, è rimasto fermo, deludendo le aspettative della Camera di Commercio e dei commercianti. Questo, nonostante l'approvazione di un fondo di tre milioni di euro per il suo rilancio. È essenziale che Gorizia riprenda in mano la valorizzazione di questo spazio, potenziando le sue funzionalità e facendo di esso un punto di riferimento per il commercio, il turismo e la cultura del territorio. In tal senso sarebbe interessante capire perché il Sindaco ha cambiato idea dopo le entusiastiche aperture iniziali.
La cartolina in apertura è di proprietà della Fondazione Cassa di Risparmio
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