Il 27 luglio 1985, mentre Gorizia viveva il suo consueto torpore estivo, Bruna firmava l’atto costitutivo di una cooperativa che avrebbe dato origine a qualcosa di straordinario: il Centro Studi e Restauro Carta di Gorizia. Un laboratorio unico, che da allora si prende cura della memoria scritta, dei fogli dimenticati, dei documenti ammalati, dei libri segnati dal tempo e dalla Storia.
Bruna non era soltanto una restauratrice. Era una visionaria concreta. Aveva vissuto in prima persona l’alluvione di Firenze del 1966, lavorando tra i “ragazzi del fango” per salvare libri e codici ricoperti di melma. Aveva visto la carta morire. E rinascere. E aveva portato a Gorizia quell’energia fatta di pazienza, di mani in ascolto, di cura lenta. Ma non cercava seguaci. Cercava complici. Complici della memoria. Fu così che, durante un’assemblea scolastica al Max Fabiani, lanciò il suo appello a un gruppo di studenti. Non offriva un lavoro. Offriva una responsabilità. Un gesto. Un’eredità.
Tra quei ragazzi c’era Adriano Macchitella, oggi uno dei restauratori più esperti del Centro, che ha voluto raccontare questa storia in un’intervista che ho raccolto per il mio podcast Voci dal Confine. Non una celebrazione, ma un racconto vero. Di carta, di fango, di biscotti duri e colla d’amido. Di silenzi che insegnano più di mille parole. Ascoltando Adriano, si capisce che Bruna non ha fondato solo un centro di restauro. Ha fondato un modo di stare al mondo: delicato, tenace, resistente. Ha trasformato un’idea “impossibile” in un presidio di bellezza e rigore. Ha trasmesso una filosofia in cui ogni foglio salvato è anche un atto di amore civile.
A distanza di quarant’anni, il Centro Studi e Restauro Carta di Gorizia continua il suo lavoro in silenzio, ma con lo stesso sguardo lucido e rispettoso. E io sono grata di poter raccontare questa storia. Perché è una storia che ci riguarda tutti. Perché in fondo, anche noi, siamo fatti di carta, di segni, di strappi da ricucire.
Ascolta la puntata speciale di Voci dal Confine su youtube dedicata a Bruna e alla nascita del Centro. E se un giorno vi capita di passare davanti al laboratorio… in via Rabatta, fermatevi un attimo. Anche la carta, qui a Gorizia, ha un respiro. E qualcuno, grazie a Bruna, ha imparato ad ascoltarlo.
Nessun commento:
Posta un commento