Ricordi dicembrini

Non credo in un futuro distopico, anche se in molti lo paventano. Personalmente adoro la serie televisiva The Handmaid's Tale ed anzi attendo con ansia l’uscita della quarta stagione ma non credo, o perlomeno spero, che un simile futuro ci possa riguardare. Ieri, ultimo giorno del 2020 ho iniziato a scrivere questo breve post che mi ero impegnata di pubblicare entro mezzanotte. Ma raramente si riescono rispettare gli impegni se non si è totalmente liberi di dedicarsi a fare ciò che si vuole. Ieri, ad esempio, i miei gatti avevano una strana smania. Volevano uscire e poi rientrare. Ininterrottamente. Tutto il giorno. Comunque, mai come il 2020, anno in cui ho raggiunto l’ambito traguardo dei 70 anni in buona salute, anzi direi ottima, tenuto conto che non ho la necessità di alcun farmaco, mi sono crogiolata nei ricordi. Ad esempio, l’altra mattina mi sono svegliata con una voglia irrefrenabile di fusette. Che ho provveduto immediatamente ad acquistare online, tenuto conto che, in città, non saprei proprio dove trovarle. Forse avrebbe potuto averle Massimo in via del Poggio; insomma, in quella drogheria d’altri tempi, dove veramente ci si può trovare di tutto. Poi, in giornata, per completare l’atmosfera, sono andata al supermercato ed ho fatto scorta di bagigi e di mandarini. Nulla più di queste cose mi ricordano l’ infanzia trascorsa al civico n. 9 di via San Gabriele quando, ancora, le due file di ippocastani delimitavano la carreggiata e, per noi ragazzi, erano la nostra verde dimora. Perché, all’epoca, e non soltanto durante la bella stagione, le giornate venivano trascorse all’aperto, in strada. I giochi interminabili venivano interrotti soltanto dal richiamo della mamma che avvertiva dell’ora della merenda o, comunque, l’ora di rientrare in casa per dedicarci a “qualcosa di buono”. E questo significava, inevitabilmente, che i compiti non erano ancora stati completati. Chi appartiene alla mia generazione avrà certamente i miei medesimi ricordi. Il campanon disegnato sull’asfalto della via che veniva percorso da pochissimi mezzi, tenuto conto che la strada ad un certo punto veniva interrotta dal confine ed i mezzi non potevano attraversare il ponte di legno sul torrente Corno. Chi l’avrebbe mai detto che oggi la via San Gabriele è una delle strade più trafficate della città, soprattutto dopo la chiusura della galleria Bombi? Anche giocare a mosca cieca mi divertiva molto, ma credo che la cosa più piacevole sia stata proprio la vita in strada con le amiche, le vicine di casa o compagne di scuola, con le quali ho mantenuto un rapporto di amicizia, e mi piace sempre ritrovare, anche dopo molto tempo se per motivi di lavoro o scelte di vita se ne sono andate via lontano dalla città; o non ho più rivisto anche soltanto per frequentazioni diverse, nonostante la città in cui vivo sia davvero minuscola, tanto quanto un quartiere milanese. Mi fa sempre comunque molto piacere rivedere persone con le quali ho condiviso anche solo pochi frammenti della mia vita. Perché ogni esperienza, ogni conoscenza, ogni libro o film consigliato, ogni viaggio, ricetta o scoperta ha contribuito ad arricchirmi e rendermi ciò che sono oggi. Buon anno a tutti!

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