Gorizia e la guerra: non c'è altro?



Toponomastica cittadina tra eredità storica e senso di appartenenza. Di questo si parlerà venerdì 14 febbraio, alle 18, in sala Dora Bassi a Gorizia, via Garibaldi 7, con il Sindaco Ziberna, Massimo Moretuzzo, consigliere regionale che, da sindaco del comune di Mereto di Tomba, ha fatto rimuovere il nome di Cadorna dalla toponomastica cittadina e lo storico Roberto Todero, profondo conoscitore della storia delle nostre terre. L'incontro sarà moderato dall'avvocato Marco Barone esperto di toponomastica, mentre Marilisa Bombi, autrice del Blog Vado a vivere a Gorizia che ha organizzato l’evento, introdurrà il confronto, partendo da un elemento di fatto. Ovvero che la toponomastica è materia complessa e connotata, soprattutto nella nostra regione, da elementi di discrezionalità politica che non hanno pari altrove e, pertanto, le scelte dovrebbero essere dai più condivise.
Una città dedica le sue vie ai grandi che le danno onore e a cui vuol dare onore, ai grandi di cui si vanta, la cui vita, conclusasi ieri, illumina la vita di coloro che vivono oggi. Chi dà il nome a una strada o a una piazza ammonisce chi abita in quella strada o quella piazza a vivere come lui, si presenta come modello di vita, di professione, di arte, di scienza o sapienza, nel caso dell’arte militare. Gorizia ha vissuto dal ‘700 periodi di notevole sviluppo economico e sociale, favorito da dei sovrani illuminati. Eppure il maggior numero di intitolazioni riguarda strade e piazze che ricordano i fatti più dolorosi che la città ha vissuto e soggetti che la storia ha già riconosciuto colpevoli del massacro di migliaia di giovani soldati. Cadorna, Diaz, Terza armata, duca d’Aosta, Rismondo, e tutte le varie brigate e reggimenti, 24 maggio, 9 agosto e via dicendo. Gorizia è costellata di toponomi legati ai tragici avvenimenti della prima guerra mondiale e che ne testimoniano la sua più recente storia. Cent’anni. Ma cent’anni soltanto a fronte di mille anni di storia. E’ giusto tutto questo?

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