Appunti di un giovedì in piazza Vittoria

Da un paio di mesi, con un piccolo gruppo di amiche – il numero varia, ma non scendiamo mai sotto le quattro – ci diamo appuntamento il giovedì per una chiacchierata e un caffè. Una consuetudine semplice, che però ci regala sempre qualcosa di nuovo: cambiamo ogni volta locale, come se fosse un piccolo viaggio settimanale.

Siamo già passate per il rinnovato Caffè Garibaldi e per il Teatro, ma oggi la tappa è stata piazza Vittoria, nell’omonimo caffè gestito da una coppia di giovani cinesi: gentili, sorridenti, attenti. Io ho mantenuto la mia abitudine: spremuta d’arancia prima e caffè dopo. Entrambi ottimi, da consigliare senza esitazione. E i pasticcini? Una tentazione vera. Peccato che la mia dieta rigidissima mi tenga a distanza da quei vassoi luccicanti sotto vetro, tanto belli quanto proibiti.

Perché ne scrivo oggi? Per due episodi che ci hanno fatto ridere di gusto. Il primo è stato quando ci siamo accorte di essere tutte e quattro vestite di blu scuro. Una di noi, con la prontezza che solo l’ironia femminile sa avere, ha sintetizzato: “Blu Armani.”

Il secondo momento è nato da una conversazione più seria: lo stress, compagno fedele delle donne di ogni età, con tutte le conseguenze che si porta dietro. Nel mio caso, un’irritazione agli occhi che non vuole saperne di passare. Eppure anche da lì siamo scivolate subito verso altro: oggi infatti nel mio podcast Voci dal confine ho pubblicato l’intervista con la storica Marta Verginella. Ho raccontato alle amiche quanto mi abbia colpito il suo intervento, e il dispiacere che nessun rappresentante delle istituzioni fosse presente ad ascoltarlo. Ma soprattutto ho condiviso con loro una curiosa coincidenza: la copertina del mio libro, che sarà presentato il 10 ottobre, richiama in modo sorprendente un suo volume uscito un paio di anni fa. Naturalmente l’ho informata — era doveroso — ma alla fine l’ho presa come un segno di sintonia. Due percorsi diversi che, senza saperlo, si sono incontrati.

Prima di salutarci, una di loro mi ha allungato una borsa con un sorriso enigmatico: “Tu saprai che farne.”

Solo a casa ho scoperto il contenuto: tovaglie e servizi all’americana in organza di lino ricamata. Oggetti delicati, d’altri tempi. Io che ho sempre avuto una passione per le cose antiche, sono rimasta senza parole: era come se mi fosse arrivato in dono un frammento di memoria tessuto a mano.

Forse è proprio questo il bello dei giovedì insieme: tra un caffè, un vestito blu e una confidenza, la vita continua a sorprendere. A settant’anni ho capito che i fili invisibili che ci collegano agli altri – amiche, storiche, libri, persino copertine e tovaglie ricamate – sono i veri regali del tempo.

(L'immagine è una rielaborazione di una foto scattata da Beny Kosic fatta con Canvas in stile Hopper.)

4 commenti:

  1. Essendo una di queste fortunate signore mi sento di dare il mio contributo.... Da tempo volevo descrivere la piacevolezza di questo appuntamento settimanale, Marilisa mi ha preceduta ed io integro con il mio pezzetto di emozione. Sì, perché mi sono emozionata a leggere queste parole e mi sono sentita "vista" e descritta nella mia gioia del giovedì mattina. Questo appuntamento è nato un po' per gioco da tre di noi, poi, fin da subito, il cerchio si è aperto arricchendosi di altre voci e non posso che confermare: aspetto con grande gioia il giovedì mattina tutto per noi..... mi nutre, mi stimola, sempre e mi regala tanta energia da utilizzare nei iorni a venire. Dunque mutuando dal libretto del Da Ponte nel Don Giovanni "vivan le femmine, viva il buon vino sostegno e gloria d'umanita!

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  2. P.s. splendida anche l'immagine di Piazza Vittoria. Grazie, Giovanna

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  3. momenti più preziosi dei diamanti!

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  4. Brave ! La vita è una conquista giornaliera di emozioni

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