Succede ogni anno, quasi alla stessa data, come un appuntamento che nessuno ha mai messo per iscritto ma che loro, i fenicotteri, non dimenticano. All’inizio di ottobre — quest’anno il 3 — la Valle Cavanata si è riempita di rosa: circa 1.200 individui sono tornati a popolare la riserva, trasformando il paesaggio in uno spettacolo che lascia a bocca aperta anche chi ci è già passato mille volte.
I visitatori, spesso, restano sorpresi: “Ma come… non ci sono d’estate?” No. Qui, i fenicotteri arrivano per svernare. I primi fanno capolino dopo Ferragosto, un gruppetto quasi discreto; a settembre il numero cresce… e poi, all’improvviso, ecco il colpo di scena: stormi interi planano sull’acqua, le ali spiegate, i richiami che riempiono l’aria.
Un viaggio silenzioso
Quasi tutti provengono dalle grandi colonie del Delta del Po e delle Valli di Comacchio. È lì che passano la primavera e l’estate, quando il sole allunga le giornate e il cibo abbonda. Nidificano, allevano i piccoli, si nutrono senza fretta.
Poi, quando la luce comincia a calare e l’autunno si avvicina, il messaggio è chiaro: è tempo di muoversi. Non servono mappe né navigatori — basta la luce, la temperatura, e quella sapienza antica che guida le specie migratrici da sempre.
Il segreto è nei fondali
Il loro cibo nasce dal fango e dalla luce. Sui fondali delle saline e delle lagune cresce una sottile “pelle” di cianobatteri e microalghe. È da lì che parte la catena: i minuscoli crostacei la brucano, e i fenicotteri brucano loro.
Con il becco capovolto setacciano l’acqua come minuscoli alchimisti, e ne ricavano tutto ciò che serve: energia, colore, vita. È grazie a questa dieta che il loro piumaggio si tinge di rosa: più nutrimento c’è, più il colore si fa intenso.
Quando le giornate si accorciano e la produzione naturale cala, devono cercare nuovi spazi. E così arrivano qui, dove le acque basse della Valle Cavanata offrono tranquillità e risorse per superare i mesi freddi.
Una presenza che scandisce le stagioni
Li si può trovare immobili, come statue, immersi nell’acqua fino alle ginocchia, oppure in volo, quando uno stormo si alza improvvisamente e il cielo si riempie di ali. Restano con noi fino alla primavera: verso la fine di aprile, quando la luce torna a farsi generosa, ripartono verso sud per ricompattarsi nelle colonie di nidificazione.
Andarli a vedere non è mai solo “birdwatching”: è assistere a un rito che si ripete, discreto ma preciso, ogni anno. Basta fermarsi, lasciar scorrere il tempo, e guardare. I fenicotteri fanno il resto.
La bellissima immagine è della fotografa naturalista, che abita a Grado, Margitta Thomann. Se non lo avete già fatto .... chiedetele l'amicizia su Facebook! In tal modo vedrete le sue magiche albe e tramonti, uccelli e .... a volte, teneri volpacchiotti.

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