Mutuando il titolo di un programma televisivo di successo, vorrei proprio che Gorizia fosse considerata, di nuovo, città d'eccellenza del bel vivere: una città a misura d'uomo. Una città, insomma, dove si va a vivere con piacere. Per non parlare, poi, del suo territorio, ricchissimo di storia, tradizioni, luoghi bellissimi da scoprire.
Il museo che racconta la storia della caffettiera
La mia passione per il caffè non è certo un segreto. Gli amici sanno bene che non resisto mai davanti a una tazzina fumante, anche se a volte significa trascorrere qualche notte insonne per via delle troppe pause caffè. Ma ogni piccolo sacrificio vale quel piacere aromatico.
Ho provato varie soluzioni per godermi il miglior caffè possibile anche a casa. Prima con la comodità della Nespresso, poi con la macchina Rivelia della De Longhi, scoprendo che il gusto del caffè appena macinato è insuperabile. Nel frattempo, ho iniziato anche una piccola collezione di caffettiere Bialetti per l’induzione, acquistate con entusiasmo ma forse un po' troppo impulsivamente. Se solo avessi conosciuto prima Lucio, probabilmente mi avrebbe sconsigliato questi acquisti, spiegandomi che ormai di italiano nella Bialetti è rimasto ben poco, dato che la produzione si è spostata completamente in Oriente. E mi avrebbe raccontato anche qualche curiosità non proprio edificante sul suo fondatore.
Proprio con Lucio, appassionato e competente collezionista, recentemente ho vissuto una giornata davvero speciale. Accompagnata da due coppie di amici, altrettanto affascinate dal mondo del caffè, abbiamo visitato il suo straordinario Museo Privato delle Caffettiere a Ruda. Questo piccolo paese friulano ospita una collezione unica, ricca di rarità e oggetti interessanti.
Lucio Del Piccolo, che conoscevo già come appassionato frequentatore dei mercatini regionali, mi ha sorpreso: non è soltanto un collezionista, (ne ha esposte quasi mille) ma un vero esperto riconosciuto a livello internazionale, autore di testi specialistici, docente, consulente e giudice in importanti concorsi del settore.
La visita al museo è stata entusiasmante. Lucio ci ha accompagnati attraverso secoli di storia del design e delle tradizioni legate al caffè, mostrando con orgoglio centinaia di pezzi unici, dalle più semplici moka fino alle più elaborate caffettiere ottocentesche. Non ci ha parlato delle sue tecniche innovative di preparazione, forse per non rischiare di stancarci. Un peccato? Non direi: è un motivo in più per tornare presto da lui.
La sala del museo è un piccolo gioiello, arredata con una cura e un gusto straordinari. Merito forse della dolce moglie Giulia, che ha saputo rendere l'ambiente elegante e accogliente, impreziosito anche da un tavolino con base in ghisa e ripiano in marmo e da tre sedie raffinatissime, capaci di rubare la scena persino alle celebri Thonet.
Lasciando il museo, è stato chiaro che ogni tazzina di caffè porta con sé una storia, fatta di avventure, incontri e creatività. E condividere questa esperienza con gli amici ha reso ogni futuro caffè insieme ancora più speciale.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento