Tra memoria e intrattenimento

Il monumento dimenticato: dico la mia.

Ci sono scelte amministrative che, pur animate dalle migliori intenzioni, finiscono per generare smarrimento. È il caso del recente posizionamento delle giostre primaverili nell’area adiacente il monumento al Fante d’Italia, in via Cadorna a Gorizia.

Un luogo tutt’altro che neutro, che racconta con la sua pietra e il bronzo il sacrificio dei soldati italiani nella conquista di Gorizia durante la Prima Guerra Mondiale. Il monumento, inaugurato nel 1966 in occasione del cinquantenario dell’evento, è copia dell’opera dello scultore Angelo Balzardi realizzata a Torino, e porta incise le parole e i nomi di chi ha combattuto “per l’Italia”.

Eppure oggi, accanto a quelle iscrizioni solenni, risuonano le musiche delle giostre e il vociare allegro dei bambini. Una vicinanza che può apparire stonata, non per difetto di gioia, ma per eccesso di dimenticanza.

Mentre si propone in sede parlamentare l’iscrizione della scritta “Viva l’Italia” sul Monte Sabotino – iniziativa certo discutibile per tempismo e portata simbolica in un’area che sta celebrando la Capitale Europea della Cultura 2025 – si finisce per ignorare il significato profondo di un luogo come quello di via Cadorna. Non basta dichiararsi eredi della memoria: bisogna anche custodirla nei gesti concreti.

Per questo ho deciso di scrivere una lettera al Sindaco, che pubblico qui di seguito. Non è polemica, ma un invito a riflettere. Perché i luoghi parlano. E a volte, basta ascoltarli.

Lettera al Sindaco

Oggetto: Perplessità sul posizionamento delle giostre presso il monumento al Fante d’Italia

Egregio Signor Sindaco,

Le scrivo in qualità di cittadina profondamente legata alla storia e all’identità di Gorizia, per esprimere una sincera perplessità riguardo alla recente decisione di collocare un’area ludica con giostre a ridosso del monumento al Fante d’Italia.

In un tempo in cui si cerca, anche attraverso proposte legislative, di riaffermare segni identitari come la scritta “Viva l’Italia” sul Monte Sabotino — iniziativa che, pur riconoscendone l’intento simbolico, può risultare anacronistica alla luce della vocazione transfrontaliera della nostra città — sorprende vedere come, contestualmente, si finisca per banalizzare un luogo della memoria.

Il monumento al Fante d’Italia è stato eretto per ricordare il sacrificio dei soldati italiani nella conquista di Gorizia. Si tratta di uno spazio che dovrebbe invitare alla riflessione e al rispetto, non di un semplice slargo da riempire con attrazioni temporanee.

Pur comprendendo l’esigenza di creare occasioni di socialità e svago per le famiglie, ritengo che esistano altre aree più consone a ospitare strutture ludiche, senza sovrapporre in modo così dissonante memoria storica e intrattenimento.

Mi auguro che l’Amministrazione voglia riconsiderare questa scelta, o quanto meno aprire un confronto pubblico che restituisca dignità al valore dei nostri luoghi simbolici, in un momento in cui Gorizia si racconta al mondo come Capitale Europea della Cultura.

1 commento:

  1. La segreteria del Sindaco mi ha risposto di aver informato l'assessore competente. Per quanto mi riguarda su Facebook, dove avevo informato la Comunità, ho precisato quanto segue: "Non è una pratica da smistare. È una questione di responsabilità pubblica.
    Questa è la risposta ricevuta dalla segreteria del sindaco di Gorizia alla mia lettera di perplessità sul posizionamento delle giostre accanto al monumento al Fante d’Italia. Nessuna firma, nessun riferimento diretto, nessuna presa di posizione. Solo un rinvio a un generico “assessore competente”. Ma qui non si parla di viabilità o di concessioni temporanee. Si parla di memoria, decoro, rispetto. E di una scelta che tocca l’identità stessa della città.
    Quando la memoria si tratta come una pratica da smistare, significa che la coscienza civile è stata messa in archivio. Non tutto può essere demandato. Ci sono scelte che esigono voce, non silenzio."

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