Per chi ama camminare, basta lasciare l’auto a bordo strada, in uno dei tanti punti panoramici poco fuori Gorizia. Da Lucinico, ad esempio, si può proseguire tra i vigneti e i filari ancora timidi, accompagnati dal cinguettio e da quella luce che solo maggio sa offrire. Ogni curva svela un angolo nuovo, ogni respiro è intriso di natura.
Chi ha una bicicletta — e un po’ di gamba — può salire lungo le stradine che collegano frazioni e paesi, fino a Cormòns o Dolegna, con soste lente tra le borgate e le osmize aperte per la stagione. È un viaggio fatto non di chilometri, ma di dettagli: la vista che si allunga fino alle Prealpi Giulie, il canto di un fringuello, la carezza del vento sulla pelle.
E per chi non può o non vuole camminare, il giro in macchina è tutt’altro che una rinuncia. Anzi. Con i finestrini abbassati e il tempo di fermarsi quando si vuole, l’esperienza può essere altrettanto intensa. Si attraversano le strade fiancheggiate da acacie in fiore, vere gallerie vegetali bianchissime e profumate, e si ammirano i paesi adagiati tra le vigne come isole in un mare verde.
In qualunque modo si scelga di vivere il Collio in questo periodo, una cosa è certa: l’emozione del bianco che fiorisce ovunque — tenero, diffuso, luminoso — è impagabile. È una carezza all’anima. E ogni anno, quando ritorna, ci ricorda che la bellezza non ha bisogno di grandi cose. Solo di essere vista, respirata, custodita.
Nessun commento:
Posta un commento