La Storia siamo noi: l'attentato di Sarajevo

C’era un programma televisivo, "La storia siamo noi" ideato alla fine degli anni ’90 il cui scopo era di mettere a confronto le inchieste televisive e i documentari degli anni cinquanta e sessanta con le immagini del presente, per mostrare e comprendere i mutamenti avvenuti in Italia e promuovere una riflessione sui possibili scenari futuri. Le grandi questioni che hanno caratterizzato il dopoguerra (lavoro, famiglia, scuola, salute, casa, trasporti, cultura) a che cosa ci hanno portato? A ben vedere, quindi, come canta Francesco De Gregori, “La Storia siamo noi” significa che ciascuno di noi, con le proprie scelte e azioni, partecipa alla costruzione della storia. Non siamo semplici spettatori, ma attori in un processo storico che si evolve continuamente, con la possibilità di influenzare il futuro. E’ un richiamo alla consapevolezza e alla responsabilità individuale e collettiva. Ci invita a riflettere sul nostro ruolo nel mondo e sull’importanza delle nostre azioni. Ogni gesto, ogni parola, ogni scelta contribuisce a scrivere la storia. Siamo tutti autori di questo grande libro che è la storia dell’umanità.

Facciamo un esempio: l’attentato di Sarajevo. Più di un secolo è passato da allora ed è facile immaginare che, mai e poi mai, i giovani attentatori avrebbero immaginato a che cosa la loro impavida azione avrebbe portato. Perdendomi – on line – nel mare magnum della rete, ho trovato questo dettagliato resoconto. Ne consiglio la lettura, perché ben conferma quanto sopraddetto, ovvero che ognuno di noi contribuisce, in modo consapevole o meno, alla formazione della storia.

“Il 28 giugno 1914, un giovane serbo bosniaco di nome Gavrilo Princip uccise l’arciduca Francesco Ferdinando, l’erede al trono dell’Impero Austro-Ungarico e sua moglie durante una visita ufficiale nella capitale bosniaca di Sarajevo. Il duplice omicidio noto come l’attentato di Sarajevo, porto ad una escalation di fatti che condusse al Primo Conflitto Mondiale. Princip era uno dei sei giovani pronto quel giorno ad uccidere l’arciduca. Erano idealisti fuorviati, strumenti inconsapevoli in una cospirazione più ampia che era stata architettata da un’organizzazione segreta terroristica serba nota come “Crna Ruka”, che aveva stretti legami con il dipartimento di intelligence militare serbo. L’assassinio innescò una crisi politica internazionale che nel giro di un mese si è intensificò fino a condurre alla prima guerra mondiale. Né i giovani assassini, né i loro sostenitori più ferventi dietro le quinte, mai intesero, né avrebbero potuto prevedere, che la loro trama avrebbe avuto conseguenze così terribili, portando direttamente alla morte di milioni di persone.”

Di seguito la traduzione di un interessante articolo scritto da Karel Margry per la rivista americana “After the Battle”. Viene riproposta, analiticamente, la cronologia degli avvenimenti, caratterizzazione dei personaggi, con dovizia di particolari frutto, di una ricerca storica molto accurata.

http://www.gofvg.altervista.org/2016/01/12/lattentato-di-sarajevo-1/

Nessun commento:

Posta un commento