Gorizia e l'Accordo di Osimo

Ci sono alcuni fatti che, per coloro i quali vivono a Gorizia, dovrebbero essere ben noti. Perchè se l'insegnamento della storia nella scuola si ferma, molto spesso, alla prima guerra mondiale o, nel peggiore dei casi, alle guerre d'indipendenza, dovrebbe essere d'interesse di ciascuno conoscere il proprio territorio. Tra due anni Nova Gorica e Gorizia saranno chiamate, assieme, a rappresentare la sintesi di ciò che dovrebbe significare l'essere europei, ovvero la rimozione mentale di ogni confine. Uno dei pilastri sui quali è stato edificato il rapporto di collaborazione tra le due città è senz'altro l'accordo o, meglio, gli accordi di Osimo.

Gli Accordi di Osimo, firmati il 10 novembre 1975 dai ministri degli Esteri di Italia e Jugoslavia, comprendevano un insieme di accordi. I due atti principali, denominati Trattato e Accordo per la promozione della cooperazione economica, avevano intenti differenti: il primo era inteso a risolvere le questioni ancora pendenti tra i due Stati; il secondo, con carattere largamente programmatico, poneva il quadro per lo sviluppo di futuri programmi coinvolgenti comuni prospettive di collaborazione in diversi campi². Ai due testi principali si univano numerosi allegati, dieci al primo e quattro al secondo². Gli Accordi, redatti in lingua francese, unica loro versione autentica, entravano quindi in vigore con lo scambio delle ratifiche, una volta espletate le relative procedure interne, il 3 aprile 1977². Gli Accordi di Osimo costituirono un importante atto di stabilizzazione tra due stati, in sintonia con quanto concordato dai governi europei nella Conferenza sulla Sicurezza e la Cooperazione in Europa a Helsinki (1.8.1975): «dare il proprio contributo al rafforzamento della pace e della sicurezza nel mondo» e, soprattutto, ritenere «inviolabili» le reciproche frontiere⁴.

Fu ratificato dall'Italia il 14 marzo 1977 (legge n. 73/77) ed entrò in vigore l'11 ottobre 1977. Fu il primo trattato internazionale i cui negoziati per l'Italia non vennero curati dal Ministero degli affari esteri. Le trattative furono condotte deliberatamente in maniera riservata. L'incarico venne infatti affidato dal governo ad un dirigente del Ministero dell'industria, del commercio e dell'artigianato, Eugenio Carbone. Oggi, un cenno ad una strada diventata strategica per la Comunità.

La strada del Monte Sabotino

Prima degli accordi internazionali, esistevano diversi valichi di frontiera secondari tra il Collio sloveno e il Friuli Venezia Giulia, ma avevano un orario di apertura limitato, che impediva alle persone di comunicare normalmente con il loro paese d'origine o le costringeva a utilizzare un percorso molto più lungo, utilizzando la strada che sale a nord sulla valle dell'Isonzo fino a Plava e prosegue verso Nova Gorica, dove la maggior parte degli abitanti andava a lavorare.

Il Trattato di Osimo stabilì espressamente, all'articolo 9, di costruire un collegamento rapido tra le due aree che oggi si trovano in Slovenia. L'articolo 6 dell'Accordo sullo sviluppo della cooperazione economica dettagliò con precisione i rispettivi adempimenti. La strada fu costruita secondo il progetto elaborato dalla commissione mista italo-jugoslava prevista dall'art. 6 dell'accordo sulla promozione economica e finanziata dai governi italiano e jugoslavo, ciascuno per il proprio tratto di competenza della strada. Nel 1978 il governo italiano destinò all'ANAS un finanziamento di 1,55 miliardi di lire.

Un interessante commento agli accordi è disponibile a questo indirizzo: https://www.avvenire.it/agora/pagine/osimo-

(1) GLI ACCORDI DI OSIMO (Diritto internazionale) - Regione Storia FVG. https://www.regionestoriafvg.eu/upload/allegati/ACCORDI_DI_OSIMO.pdf.

(2) Regione Storia FVG. https://www.regionestoriafvg.eu/tematiche/tema/254/Trattato-di-Osimo.

(3) Trattato di Osimo - Wikipedia. https://it.wikipedia.org/wiki/Trattato_di_Osimo.

(4) Il Trattato Italo-Jugoslavo di Osimo (10 novembre 1975) http://www.storico.org/italia_boom_economico/trattato_osimo.html.

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