Luna sì o luna no? In attesa del festival di Venezia, un romanzo avvincente


Te la do io l'America! Nulla a che vedere con il programma televisivo italiano condotto dal comico Beppe Grillo, andato in onda per sei puntate sulla Rete dal 28 marzo al 9 maggio del 1981 e che, si può ben dire, gli ha dato fama. E nulla di più lontano dall’entusiasmo dal medesimo manifestato nei mesi scorsi, in occasione di un suo viaggio a New York di cui Lettera 43 ci ha dato conto. E’ vero, L’America e New York possono sedurre, ma al solo scavare un po’ sotto l’immagine da copertina patinata che, diligentemente, viene proposta da cinema e tv, ecco che emerge una realtà della quale, almeno personalmente, non vorrei proprio farne parte.
Purtroppo la cinematografia alternativa non sempre trova casa nei circuiti commerciali; con la conseguenza che opere di denuncia rimangono sconosciute ai più e l’immagine che rappresenta gli Usa continua, ad essere di volta in volta, quella accattivante dei parchi nazionali o, mal che vada, le luccicanti strade commerciali delle metropoli. Anche se, a dire il vero, in questi ultimi anni, abili e coraggiosi registi hanno portato alla luce fatti e misfatti che Oltreoceano hanno pesantemente condizionato la politica internazionale. Quale occasione migliore di queste calde insopportabili giornate estive, per rintanarsi in casa, andare al cinema o alla sera in giardino, condividere assieme agli amici una riflessione su questo Paese che ha un grande merito: quello del forte senso di appartenenza che accomuna ogni suo abitante. Perché se così non fosse, sarebbe decisamente difficile capire come possa essere possibile che denunce così gravi, come quelle contenute nei due sotto indicati film, passino pressoché indisturbate, se non subite con fastidio.
Il primo film che consiglio vivamente è “Capitalism: a love story”, di Michael Moore che ha l’obiettivo di dimostrare che Capitalismo e Democrazia per Moore non sono sinonimi. Il film è del 2009 e denuncia, in maniera semplice e quindi convincente, il connubio tra economia e politica. Una presentazione del film è disponibile nel sito di critica cinematografica mymovies.  ed è disponibile su Timvision. L’altro film è “Snowden”. Nel 2013, barricato in una stanza d'hotel ad Hong Kong, il ventinovenne Edward Snowden, ex tecnico della CIA e consulente informatico della NSA, ha rivelato, dati sensibili alla mano, al quotidiano inglese The Guardian e alla documentarista Laura Poitras, l'esistenza di diversi programmi di sorveglianza di massa, programmi di intelligence secretati, che garantiscono al governo statunitense un livello di sorveglianza estremamente invasiva e contraria ad ogni diritto alla privacy sul proprio territorio e sul resto del mondo, fatta passare con l'alibi della sicurezza. Il film è disponibile su Infinity ed è stato anche proposto anche ieri giovedì 23 agosto 2018 alle 21,00 su SKYCINEMACULT.
Pensavo proprio a questo fatto, ovvero a come le notizie possono essere manipolate per condizionare l’opinione pubblica, ieri sera, mentre leggevo le ultime pagine del romanzo del gradiscano Guido Travan “Il giorno della verità” ed il cui protagonista (o meglio uno dei tanti) si è sentito redarguire dal rettore della facoltà in cui insegnava nel senso che: “amare la propria Patria comporta anche il dovere di difenderla da chiunque  tenti di infangare il prestigio e l’onore dell’America”. Ipse dixit. E’ questa la più grande ricchezza che gli USA riescono ad esprimere e che li rende potenti.
Un libro, quello di Travan che, seppur presentato come un’opera di fantasia, appartiene a quel filone che ritiene non vero lo sbarco sulla luna del luglio 1969. Una storia che ti cattura dalla prima all’ultima pagina e che, a dire il vero, qualche dubbio al lettore lo pone motivatamente. Soprattutto per coloro i quali ricordano, come è successo a me, l’ottimo film del 1997 “Sesso e potere” interpretato dai due mostri sacri del cinema americano: Dustin Hoffman e Robert De Niro. E che dimostra come realtà e fantasia, disponendo della tecnologia necessaria, possono essere facilmente manipolate. Del resto, a proposito dello sbarco sulla luna, qualche dubbio era sorto anche in Minoli che, un paio di anni fa, ha proposto al pubblico televisivo i motivi di criticità che hanno accompagnato l’evento di cinquanta anni fa nel programma “la Storia siamo noi - il lato oscuro della Luna" nella puntata del 22 agosto 2006.
A proposito dei voli nello spazio, per i cinefili accaniti, si consiglia la visione o la ri-visione del film Capricorn one del 1975, avvincente thriller che ripropone i consueti dubbi sulla ragion di stato. Tutto ciò mentre è attesa la presentazione di “Il primo uomo” che l’ormai prossimo 29 agosto aprirà la 75esima Mostra di Venezia. Diretto da Damien Chazelle e interpretato da Ryan Gosling, Jason Clarke e Claire Foy. Il film del regista premio Oscar per il musical La La Land, rievoca l’epopea della corsa alla Luna e racconta l’impresa di Neil Armstrong e dei suoi colleghi dell’Apollo 11, Michael Collins e Buzz Aldrin dal 1961 al 1969 e sarà proiettato in prima mondiale nella Sala Grande del Palazzo del Cinema al Lido di Venezia. Scritto dal premio Oscar, Josh Singer e tratto dal libro di James R. Hansen “Il primo uomo” è narrato in prima persona e si concentra principalmente sulla figura di Armstrong, sui suoi impegni e sacrifici per portare gli Stati Uniti e l’umanità intera a mettere il primo piede sulla Luna.
Insomma, la storia continua, vera o falsa che essa sia.

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