A Gorizia tutto può succedere


Anche se amo favole e leggende, (perché c’è sempre se non un fondo di verità, perlomeno una morale) non avrei mai creduto di poter, un giorno, conoscere un discendente di Giacomo Ceconi. L’originario costruttore e proprietario della bellissima villa del complesso delle Orsoline dalle quali ho frequentato la scuola materna e le elementari e che, fin da piccola quindi, mi aveva sempre affascinata. Chi sia costui, ahimè, qui a Gorizia non sono in molti a saperlo. Ben diversa e migliore sorte gli è toccata in quel  di Udine, che gli ha intitolato una scuola ed una via. Abbiamo, invece, una via dedicata a Teobaldo Ciconi (San Daniele del Friuli, 1824 – Milano, 1863) giornalista, poeta e drammaturgo italiano. Misteri della toponomastica. E dire che Giacomo Ceconi è l’esempio regionale più eclatante del self made man, oggi tanto di moda.
Insomma, come migliaia di friulani che emigrarono all’estero a 18 anni, analfabeta, partì dalla natia Pielungo (paese della Val d’Arzino) per recarsi a Trieste, al fine di imparare il mestiere di assistente edile; frequentò i corsi serali apprendendo in poco tempo le basi del disegno geometrico. Con il conseguimento di queste nuove abilità, da manovale divenne  muratore e, una volta conquistata la fiducia dei propri datori di lavoro, ottenne degli incarichi di particolare importanza. Vannes Chiandotto, autore della biografia “La favola diventata realtà", l’ha definito geniale (nel lavoro), generosissimo (verso la gente della sua valle), lungimirante (per le prospettive di sviluppo che seppe individuare come grande imprenditore dell’Austria-Ungheria.
Hans Kitzmüller, che abbiamo avuto il piacere di ascoltare mercoledì scorso in sala Dora Bassi, nell’ambito del ciclo “Incontri, racconti e luoghi” è il diretto discendente di Giacomo Ceconi, essendo il nipote di Vittorio, uno dei tanti figli dell’imprenditore friulano. Vittorio Ceconi è, peraltro, l'indiretto protagonista del romanzo di Kitzmüller ”Viaggio alle Incoronate”. Nell’opera, l’autore ha ripercorso, sulle orme del nonno materno Vittorio Ceconi, un “mitico” viaggio fino alle isole dalmate delle Incoronate. Il racconto acquista la scansione narrativa dei “diari di bordo”, ma con una forma molto personale e articolata che «porta con sé tutto un mondo». Alcuni appunti di viaggio del nonno riguardanti la sua magnifica barca, l’Union Jack, e i “ricordi” di Silva, la zia materna, hanno permesso a Kitzmüller di ricostruire una vicenda familiare e di ricomporre un quadro dell’ambiente mitteleuropeo degli inizi del ‘900. Quel mondo ahimè, al quale sono in molti a guardare (ed io tra questi) con tanta nostalgia.

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