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La foto è di Martina Luciani |
Le ricchezze del nostro territorio le diamo, sempre, tutte
per scontate. E così, succede che decidiamo di andare al mare a Miami Beach,
ignorando che la spiaggia ed il mare di Lignano sabbiadoro sono di gran lunga
più belli di quelli della città americana. Per non parlare della smania per la
scelta della meta da raggiungere in occasione delle, desiderate ansiosamente e
avidamente, ferie. Non lo nego: anch’io nei lunghi anni di lavoro le ho attese
ed utilizzate per scoprire il mondo. Nella consapevolezza che la geografia
politica la puoi imparare bene soltanto viaggiando e conoscendo, quindi, direttamente,
situazioni e tradizioni che altrimenti ti sarebbero precluse.
Ho avuto la fortuna, ad esempio, di aver soggiornato più volte ad Hong Kong, sia quand’era ancora colonia britannica che al tempo della transizione per il ritorno alla madre patria, seppur con un grado di autonomia che si vorrebbe oggi mettere in discussione. Adorando cenare in Temple Street, su tavoli e sedie del tutto precari, passeggiare alla sera sul Peak o visitare i templi dell’isola di Lantau.
Ho avuto la fortuna, ad esempio, di aver soggiornato più volte ad Hong Kong, sia quand’era ancora colonia britannica che al tempo della transizione per il ritorno alla madre patria, seppur con un grado di autonomia che si vorrebbe oggi mettere in discussione. Adorando cenare in Temple Street, su tavoli e sedie del tutto precari, passeggiare alla sera sul Peak o visitare i templi dell’isola di Lantau.
Adesso che la smania di viaggiare legata alla necessità di
“capire” il mondo si è affievolita, ho ripreso, con estremo piacere, (anche
perché con l’età ci si affatica molto prima ed i lunghi viaggi stancano) a
scoprire e riscoprire il territorio attorno a me. Luoghi e atmosfere
straordinari che, purtroppo, molto spesso diamo per scontati. L’ho pensato poco
fa, mentre piacevolmente riposavo sul divano rinfrescata dal ventilatore
impostato al massimo. E sorridevo tra me e me al ricordo dei rimbrotti della
mamma quando mi ribellavo all’obbligo del riposino pomeridiano estivo, presa
dalla voglia di correre con le amiche sulla collina di via San Gabriele,
incurante delle temperature anche allora tropicali perchè, come ricordo,
anch’io aiutavo a sistemare sulle finestre le lenzuola bagnate al fine di mitigare la temperatura delle stanze accaldate.
Il ponte di Salcano. Pensavo, questo pomeriggio, ai luoghi
magici del nostro territorio facendo scorrere, sul tablet, le bellissime foto
che Martina ha pubblicato sulla sua pagina Facebook. Foto dell’Isonzo e del
ponte di Salcano che, credo siano in pochi a sapere, possiede caratteristiche
tecniche costruttive di notevole importanza. Racconta Diego Kuzmin nella sua
rubrica settimanale “Punti di vista” sul quotidiano locale che “A celebrare la
costruzione della ferrovia della Transalpina, assieme ad altri venne chiamato
anche il pittore austriaco Ludwig Michalek (1859-1942), originario di Temesvar,
che tra il 1905 e il 1906 produsse una serie di incisioni, incluse poi in un
album celebrativo voluto dall'impresa edile Brüder Redlich&Berger; di
Vienna, per illustrare, nella maestosità del paesaggio e nella complessità
dell'opera, le parti più salienti realizzate nella Wocheinerbahn, come si
chiama in tedesco la linea ferroviaria. Tra le opere più ardite, a Salcano, con
gli ingegneri Rudolf Jaussner e Leopold Örley, il ponte in pietra tagliata
dall'arco più lungo del mondo, 85 metri di luce, della miglior qualità della
cava Romana di Aurisina. […]. L'arco venne poi realizzato in soli diciotto
giorni lavorativi, chiudendosi il 1° luglio del 1905. Salvo poi fatto saltare
dalle truppe austro-ungheresi in ritirata la notte dell'otto agosto del 1916.
Il ponte che noi oggi vediamo non è quello originale, e la sua storia, peraltro
curiosa, è stata raccontata da Rodolfo de Carvalho per il sito vimado.it. Una
miniera di informazioni per chi ama e vuole conoscere il nostro territorio
ricco di bellezze e di storia come pochi altri luoghi al mondo.
Le grotte di San Canziano. Personalmente non ho alcun dubbio
che ogni goriziano è stato almeno un paio di volte a visitare le grotte di
Postumia. Meno certa sono, invece, che ogni goriziano sia stato a visitare
quelle di San Canziano che si trovano a 3 chilometri dal paese di Divača e a 44
da Gorizia. Emanuele Ghidoni, nel suo Blog di viaggi (che ho già prudentemente
inserito nei miei segnalibri) introduce le informazioni di natura tecnica e
logistica con questa sintesi: “Mi hanno sempre insegnato che il Paradiso è in
cielo, nel caso delle Grotte di San Canziano in Slovenia possiamo fare
un’eccezione. Il Paradiso esiste, ed in questo caso è pure dalla parte opposta
di quello che dovrebbe essere, lo troviamo sottoterra”. Insomma, un luogo che
non possiamo non visitare e che ci consentirà anche di scoprire la notevole
organizzazione turistica dedicata alla valorizzazione di questo luogo di notevole
interesse naturalistico. Dario Stasi, che ha percorso in lungo ed in largo
(anche in bicicletta) il nostro territorio, per Isonzo-Soca, ha tracciato una
descrizione alla quale, veramente, non avrei nulla da aggiungere e alla quale
pertanto rinvio, per coloro i quali – come me – apprezzano i racconti di
viaggio e scoperta di Dario, il cui amore per il territorio trasuda da ogni
parola e che è sempre una miniera incredibile di informazioni come quella, in
questo caso, dell’origine del viale di cipressi che per un tratto caratterizza la
strada del Vallone.
La grotta del Dio Mitra, ovvero il Dio che ricorda Gesù. Sulle
pendici del monte Ermada, ad un centinaio di metri in linea d’aria dalla chiesa
di San Giovanni in Tuba di Duino è visitabile una grotta carsica frequentata
dal neolitico ed adattata in età romana (dal II al V sec. d.C.) a luogo di
culto del dio Mitra. La grottà è un sito archeologico gestito dalla
Soprintendenza ai beni culturali che, al sabato, organizza una visita guidata.
Online sono disponibili alcuni video che raccontano in maniera dettagliata le
origini del culto di questo Dio e le incredibili somiglianze con il culto
cristiano della nascita di Gesù. Tra i diversi disponibili si consiglia la
visione di quello di Massimo Valerio Manfredi andato in onda su Rai Tre, il 12 aprile 2013.
Chiese ed arte. Per gli amanti dell’arte, che sono
disponibili a percorrere qualche chilometro in più per ammirare opere di rara
bellezza, il consiglio è quello di raggiungere Hrastovlje (Cristoglie) in
Slovenia a pochissima distanza dal confine. Nella chiesa della SS.Trinità sono
ammirabili, infatti, gli affreschi realizzati intorno al 1490 da Giovanni di
Castua e dai suoi collaboratori. La tendenza iniziata in Francia nel 1424 nel
Cimitero degli Innocenti di Parigi e poi proseguita in altre parti d'Europa (in
Italia degna di nota è quella realizzata a Clusone, in provincia di Bergamo) aveva
la funzione di memento mori ("ricordati che devi morire"). Si tratta,
infatti, di una specie di danza di varie persone e scheletri davanti ad una
tomba. Nell'affresco di Hrastovlje sfilano,
nei loro diversi abiti, i rappresentanti delle varie classi sociali (inclusi un re ed un papa) che gli scheletri
accompagnano -attraverso la vita- fino alla tomba. La chiesa fortezza di Hrastovlje
dista da Gorizia 77 chilometri ed è raggiungibile in un’ora di macchina.
A Nord di Gorizia, tra Prepotto ed il Santuario di Maria
Zell, vicino al confine si trova l' amabile chiesetta di San Canziano nel
piccolo paesino di Britof nelle vicinanze del fiume Judrio. Il paese è talmente
piccolo che le campane vengono suonate dall’abitante del paese che si trova a
passare lì vicino, alle ore canoniche. La chiesetta di San Canziano è in stile
gotico. La sua navata è ampia e corta. Il presbiterio relativamente profondo è
invece in pietra tagliata. E reca la data 1504. Il portale appuntato porta
l'anno 1505. Il grazioso interno della chiesetta offre ai visitatori la possibilità
di ammirare diversi dettagli che caratterizzano sia il suo cambiamento negli
anni sia la sua anima gotica. Cosi possiamo ammirare i vari dipinti in stile
gotico all’ esterno dell’arco e il dipinto che raffigura la donazione di Abele
e Caino in alto vicino all'arco. La chiesetta è da ammirare in ogni suo
dettaglio. Il più importante è sicuramente l'altare centrale in »oro«. E risale
al XVII secolo. È costruito in legno di tiglio con lavorazione in gesso,
colorato e dorato. È abbastanza largo e si estende in tre piani decorati con
angeli e santi. Tutti e tre i piani rappresentano importanti eventi religiosi:
il Battesimo nello Jordan, la figura di San Antonio da Padova e San Floriano.
Ai lati lo decorano degli angeli. In alto la Trinità che corona Maria. L'altare
è una vera ricchezza di figure e motivi rinascimentali che si sposano
perfettamente con l'ambiente gotico della chiesetta. Queste ultime informazioni
sono state tratte da: http://www.apartma-kanal.si/it/la-via-dei-monti-sacri.
Ciao Marilisa, grazie mille per la menzione, fa sempre molto piacere! Buona giornata. Emanuele.
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