Ho una passione che mi accompagna da anni: i mobili usati. Mi piace cercarli, immaginarli in una nuova vita, toccare le venature del legno che ha già visto passare anni e mani. C’è qualcosa di profondamente poetico in un mobile che ha già avuto un passato e che trova posto nelle mie case, come se raccontasse una storia silenziosa.
Proprio per seguire questa passione, oggi sono andata a Valvasone a ritirare una scrivania. È solo a un’ora da casa, eppure non c’ero mai stata. È strano come certi luoghi vicini restino fuori dalle nostre traiettorie quotidiane, finché un pretesto non ci spinge a deviare.
La strada per arrivarci è già di per sé un piacere. Mentre percorrevo la Napoleonica, quella lunga via diritta che collega Palmanova a Codroipo, ho avuto la fortuna di assistere a un'esercitazione delle Frecce Tricolori, proprio nei cieli sopra Rivolto. Un passaggio improvviso, elegante e potente, che ha reso il viaggio ancora più emozionante. Quelle scie nel cielo sembravano quasi un presagio di bellezza.
Valvasone mi ha sorpresa. Un borgo raccolto, elegante, con una bellezza che sa di equilibrio: l’architettura è sobria e raffinata, con tratti che ricordano Venezia, ma senza ostentazione. Passeggiare per le sue stradine è come fare un salto nel tempo. E poi, la chiesa.
Non sapevo dell’organo. È un vero capolavoro, straordinario non solo per la qualità acustica (mi dicono) ma per la struttura stessa, riccamente decorata. Una meraviglia che, da sola, giustificherebbe il viaggio. Sono rimasta a lungo in silenzio ad ascoltare, anche solo il rumore dei miei passi sulle pietre.
Sono tornata a casa con la scrivania che desideravo, certo, ma anche con qualcosa in più: la sensazione di aver aggiunto un piccolo tassello alla mia mappa del cuore. Valvasone è ora un luogo che non dimenticherò, scoperto per caso grazie a un mobile di seconda mano. E forse è proprio questo il bello delle passioni: ci portano dove non avevamo pensato di andare.
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