Gorizia: mission turistica cercasi per scongiurare la desertificazione commerciale

Nei centri delle nostre città, una metamorfosi silenziosa sta cambiando il volto delle vie trafficate e delle piazze accoglienti: i piccoli negozi, cuore pulsante dell'attività commerciale locale, stanno chiudendo uno dopo l'altro. Questo fenomeno, che non riguarda soltanto Gorizia, non è solo una semplice conseguenza del progresso tecnologico o dei cambiamenti nelle abitudini di consumo; è un segno tangibile di trasformazioni più profonde all'interno del tessuto urbano e socio-economico.

Una delle principali ragioni dietro la chiusura dei piccoli negozi nei centri città è l'aumento dei costi operativi. Affitti elevati, tasse locali e altre spese amministrative rendono difficile per i piccoli imprenditori mantenere i loro negozi a galla. Il fenomeno della speculazione immobiliare spesso fa lievitare i prezzi degli affitti, rendendo impraticabile per molti gestori di negozi il mantenimento delle loro attività. Così, i negozi di quartiere, che spesso sono gestiti da famiglie o da imprenditori locali, si trovano ad affrontare una sfida economica senza precedenti. I proprietari dei vani commerciali, immagino, preferiscono tenere sfitti i negozi, piuttosto che abbassare il canone che vorrebbero realizzare. Inoltre, la concorrenza dei grandi centri commerciali situati nelle periferie delle città rappresenta un'altra minaccia significativa per i piccoli negozi del centro città. I centri commerciali offrono una vasta gamma di negozi, parcheggi ampi e comodi, e spesso un'esperienza di shopping più moderna e conveniente. Questo attrae i consumatori lontano dal cuore storico della città, lasciando i piccoli negozi lottare per sopravvivere in un ambiente sempre più ostile.

In aggiunta, i cambiamenti nei modelli di acquisto giocano un ruolo cruciale nella chiusura dei piccoli negozi. L'aumento dello shopping online e dei servizi di consegna a domicilio ha ridotto il flusso di clienti nei negozi fisici, costringendo molti piccoli commercianti a fronteggiare una clientela sempre più ridotta. Sta di fatto che le conseguenze della scomparsa dei piccoli negozi nel centro città vanno ben oltre la perdita di un semplice punto vendita. Questi negozi rappresentano il tessuto connettivo della comunità locale, offrendo non solo beni e servizi, ma anche un luogo di incontro e di interazione sociale. La loro scomparsa impoverisce il carattere unico e l'autenticità delle città, trasformando le strade animate in deserti urbani senza vita.

Una responsabilità, a tale riguardo, è riconducibile alla cosiddetta Direttiva Bolkestein, adottata dall'Unione Europea nel 2006 con l'obiettivo di favorire la libera circolazione dei servizi all'interno del mercato unico europeo. Ciò in quanto ha fortemente influenzato il panorama commerciale, in particolare per quanto riguarda la scomparsa dei piccoli negozi. Anche se, a dire il vero, in Italia, il processo di liberalizzazione in Italia è stato anticipato già nel 1998, con il venir meno dell’obbligo per i comuni di determinare l’equilibrio tra domanda e offerta commerciale. Con ciò impedendo, di fatto, l’entrata nel mercato della grande distribuzione; che oggi ha determinato la quasi totale scomparsa del cosiddetto negozio di vicinato. E non a caso, una delle critiche principali mosse alla Direttiva Bolkestein è che ha aperto la porta alla deregolamentazione e alla liberalizzazione eccessiva dei mercati, mettendo così a rischio la sopravvivenza dei piccoli negozi locali. In sostanza, l'eliminazione di restrizioni e regolamentazioni nazionali ha permesso a grandi catene commerciali e multinazionali di espandersi più facilmente, minacciando la diversità e l'autenticità del commercio locale. Insomma, se sul piatto della bilancia la liberalizzazione dei mercati ha favorito innovazione e competitività, sull’altro altri non è difficile vedere come l'economia locale, l’interesse pubblico e la coesione sociale ne abbiano risentito. Fanno eccezione, sotto questo punto di vista, paesi e città che hanno appeal dal punto di vista turistico. Ed anche Gorizia, quindi, ne potrebbe trarre vantaggio se solo riuscisse a trovare una sua mission. L'afflusso costante di visitatori, infatti, può fornire un sostegno significativo alle attività commerciali locali. Ciò in quanto l’ affluenza di turisti può compensare la domanda locale insufficiente e fornire una fonte stabile di entrate.

Una sfida che Gorizia, più di ogni altra città del Nord Est, deve affrontare il prima possibile, tenuto conto che la sua economia è palesemente in declino. In quest’ottica l’evento di GO! 2025 è soltanto uno step da superare; ciò in quanto nessuno può pensare sia la panacea di tutti i mali. Affrontare questa sfida richiede un impegno concertato da parte delle autorità locali, regionali e nazionali: politiche di incentivazione per i piccoli negozi, riduzione degli oneri fiscali, (si è parlato lo scorso anno di applicazione della cedolare secca come gli appartamenti) piani di riqualificazione urbana e promozione turistica sono solo alcune delle strategie che possono contribuire a preservare il tessuto commerciale locale e a garantire che la città rimanga viva e vitale per le generazioni future. Solo così potremo evitare che via Carducci, via Ascoli, via San Giovanni (vedi foto), via Monache oltre a via Rastello, tanto per citare i casi più eclatanti, diventino mere ombre del loro passato, privando la città dello spirito vibrante e della ricchezza culturale che l’ha resa unica nel panorama urbano nazionale.

2 commenti:

  1. Senza dimenticare le potenzialità del parco Basaglia, ovviamente se non lo radono al suolo, prima. Un parco tematico interattivo per mostrare ai turisti dov'è iniziata la rivoluzione psichiatrica, con annesso parco giochi per bimbi magari di ispirazione montessoriana o steineriana. Punto ristoro, piccola libreria specializzata in testi universitari e divulgativi sulla salute mentale e ovviamente in gadget e souvenir, nonché giochi e libri per favorire un sano ed equilibrato sviluppo psicofisico dei bambini e degli adolescenti. E poi molto altro

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    1. Grazie del suggerimento Roberta! E' veramente un'ottima idea. Marilisa

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