Tra santi e macellai l’ombra di Cadorna


Una città dedica le sue vie ai grandi che le danno onore e a cui vuol dare onore, ai grandi di cui si vanta, la cui vita, conclusasi ieri, illumina la vita di coloro che vivono oggi. Chi dà il nome a una strada o a una piazza ammonisce chi abita in quella strada o quella piazza a vivere come lui, si presenta come modello di vita, di professione, di arte, di scienza: in questo caso, per un generale, di sapienza militare. Ma se per battezzare una strada si usa il nome di Cadorna, non c'è augurio più lugubre per l'esercito italiano.  Di Caporetto ce n'è stata una. Basta e avanza. Aver dato il nome di Cadorna a una via (di una città o paese che dir si voglia) è stato, ieri, un errore. Mantenerlo ancora diventa, ormai, una colpa. (f.c.)

L'abitudine è la disposizione o attitudine acquisita mediante un'esperienza ripetuta, che in sostanza è riconducibile al concetto di assuefazione. Assuefazione. Ecco non può che essere questo il motivo per il quale non proviamo alcuna reazione emotiva nel momento in cui percorriamo, anche giornalmente, la via Cadorna, ovvero la strada che da via Diaz porta a via Santa Chiara, e che delimita, parallelamente a corso Verdi, i giardini pubblici cittadini.
Insomma, se non fosse soltanto una questione di assuefazione al nome, credo che chiunque intimamente si possa e debba chiedere il senso di mantenere una intitolazione foriera di ricordi strazianti. E ciò, anche in relazione al fatto che altri, con un passato peraltro meno sanguinoso del nostro, questi ricordi strazianti li hanno voluti rimuovere.
Proprio un anno fa, infatti, il Comune di Mereto di Tomba deve essersi posto l’interrogativo che SergioTazzer e Ferdinando Camon, rispettivamente studioso di storia contemporanea e scrittore, avevano avanzato in occasione del convegno organizzato a Rovereto: i monumenti e le vie dedicate al Generale raccontano una storia giusta? Per i relatori il giudizio era negativo.
Per Massimo Moretuzzo, allora sindaco del paese friulano ed ora consigliere regionale per il Patto per l’autonomia, la decisione di sostituire nella toponomastica cittadina il riferimento al maresciallo Luigi Cadorna con il nuovo nome di Piazza Martiri delle guerre, abbinata all’antico toponimo, era “un atto di giustizia, soprattutto verso coloro che nel primo conflitto mondiale sono stati mandati incontro a morte certa senza nessuna giustificazione etica o militare”. “Gli ordini di Cadorna, aveva affermato un anno fa ad un quotidiano locale -  equivalevano a condanne a morte. Non erano operazioni militari, erano esecuzioni. Le prove storiche di tutto questo sono ormai evidenti». Il sindaco ricordava anche due documenti particolarmente significativi. Nella Circolare del 28 settembre del 1915 con oggetto "Disciplina di guerra", il generale scriveva: «Nessuno deve ignorare che in faccia al nemico una sola via è aperta a tutti: la via dell'onore, quella che porta alla vittoria od alla morte sulle linee avversarie; ognuno deve sapere che chi tenti ignominiosamente di arrendersi o di retrocedere, sarà raggiunto - prima che si infami - dalla giustizia sommaria del piombo delle linee retrostanti o da quello dei carabinieri incaricati di vigilare alle spalle delle truppe, sempre quando non sia stato freddato prima da quello dell'ufficiale».
«Una città o un paese dovrebbero dedicare le sue vie e le sue piazze a persone del passato che hanno vissuto con onore, giustizia, passione per il bene comune; donne e uomini che rappresentano degli esempi per coloro che abitano quei luoghi - sottolinea il sindaco -. Come ha scritto Ferdinando Camon, primo promotore della rimozione del nome di Cadorna dalla toponomastica del nostro Paese, “aver dato il nome di Cadorna a una via o una piazza è stato, ieri, un errore. Mantenerlo ancora diventa, ormai, una colpa".
“Su Cadorna ho fatto quel che potevo. – Ha scritto Camon - Gli ho tolto il nome nella città dove aveva il comando, Udine, e di questo devo accontentarmi. Amen”.
Dalla pagina web del giornale “Sentire” Ferdinando Camon scrive: “E' giunto il momento in cui le città che hanno nella toponomastica il nome di Cadorna si domandino se le imprese a cui è legato appaiono ancora eroiche o non semplicemente tragiche, di una tragicità prevista e accettata, e in definitiva colpevole. […]. Questo articolo è diretto anzitutto ai loro sindaci.”

Chiedi al Sindaco Ziberna di fare altrettanto inviandogli una mail o un messaggio attraverso la sua pagina Facebook.

Per saperne di più a proposito di guerrieri, santi e macellai, si consiglia la lettura di:

L'articolo del CICAP Esploriamo i misteri per raccontare la scienza: Il Santo e il Macellaio

2 commenti: